
Bracconieri mediatici, quando un selfie può diventare letale
Come se gli animali selvatici non corressero già abbastanza rischi, adesso anche i selfie contribuiscono a mettere in pericolo molte specie.
Come se gli animali selvatici non corressero già abbastanza rischi, adesso anche i selfie contribuiscono a mettere in pericolo molte specie.
Il primo settembre, in diverse regioni italiane, è iniziata la nuova stagione venatoria, che per oltre 5 mesi minaccerà uomini e animali. Già si registrano le prime irregolarità.
I coniugi, che gestivano un supermercato, si sono dimessi dopo le polemiche scatenate dalle foto divenute virali.
Il whale watching è una pratica sempre più diffusa in tutto il Giappone, a dimostrazione che le balene sono una preziosa risorsa turistica.
Nello stato del Botswana, in Africa, è di nuovo possibile cacciare gli elefanti. Il presidente ritiene sia necessario ridurre il numero di esemplari che è il più alto nel continente.
Attrazioni turistiche, trofei di caccia e scheletri da vendere. Sono visti così i leoni cresciuti in cattività in Sudafrica, che dopo essere maltrattati vengono cacciati verso l’estinzione.
Lo ha annunciato il ministro della Pesca islandese, definendo “sostenibili” le quote di cattura fissate. Tra le specie cacciate ci sono però anche specie a rischio.
Un dirigente bancario americano ha comprato in Pakistan il diritto ad uccidere un markhor, capra selvatica a rischio estinzione. E se ne vanta.
La stagione venatoria 2018/2019 è terminata con oltre venti morti e decine di feriti, confermando la pericolosità di questo passatempo per la sicurezza pubblica.
Dopo oltre trent’anni, il Giappone lascia l’Iwc e riprende la caccia alle balene per scopi commerciali. Una pratica inutile, criticata in tutto il mondo.