
We are still in. L’America organizza la resistenza ecologista a Donald Trump
Centinaia di colossi industriali, stati federali, città e atenei sfidano Donald Trump con l’iniziativa “We are still in” a sostegno dell’Accordo di Parigi.
Centinaia di colossi industriali, stati federali, città e atenei sfidano Donald Trump con l’iniziativa “We are still in” a sostegno dell’Accordo di Parigi.
Gli studi più recenti sul riscaldamento globale fotografano una realtà preoccupante. Ancor più di quanto previsto dal Quinto rapporto dell’Ipcc del 2014.
La città francese di Grenoble ha scelto la transizione ecologica avanzata. Dall’energia alla mobilità, dall’arredo urbano alla mobilitazione cittadina
I dati su temperature e CO2 indicano che rispettare l’Accordo di Parigi sulla limitazione della crescita della temperatura globale non sarà facile.
Una ricerca mette d’accordo ambientalisti e petrolieri sull’importanza di ridurre (subito) le emissioni di CO2 e avviare la transizione energetica.
Non c’è stata alcuna dichiarazione congiunta al termine del G7 Energia tenuto a Roma il 9 e 10 aprile. Dagli Stati Uniti stop sui cambiamenti climatici.
Secondo il Wwf sono 11 i Paesi ad avere una la strategia di riduzione delle emissioni al 2050. La migliore è quella francese, mentre l’Italia non ha ancora formulato la sua proposta.
Secondo il nuovo direttore dell’Epa, Scott Pruitt, l’impatto delle attività umane sui cambiamenti climatici sarebbe ancora tutto da dimostrare.
Dopo le conferme dei mesi scorsi da parte dell’Omm, ora gli scienziati americani confermano la tendenza: “le temperature stanno raggiungendo livelli che potranno minacciare la nostra civiltà”.
L’Agenzia europea dell’ambiente ha diffuso il rapporto 2015 sulle emissioni di CO2 dei costruttori d’auto. Peugeot, Renault, Citroën e Toyota sono i più virtuosi. Rimandati Fiat-Chrysler, Opel e Ford. Multata la Ferrari.