
Il “punto di non ritorno” per l’Amazzonia è sempre più vicino
Siccità e deforestazione stanno compromettendo la salute dell’Amazzonia: secondo una nuova ricerca, i danni diventeranno presto irreversibili.
Siccità e deforestazione stanno compromettendo la salute dell’Amazzonia: secondo una nuova ricerca, i danni diventeranno presto irreversibili.
In Kenya, una comunità rurale ha piantato 300mila alberi ripristinando metà di una foresta un tempo devastata dalle attività minerarie e dai taglialegna.
La moratoria per proteggere la foresta amazzonica dalle coltivazioni di soia è stata ritenuta come una vittoria. Nonostante ciò, ha alcuni punti deboli.
Pochi giorni dopo la fine della Cop26 l’amministrazione Biden ha assunto decisioni contraddittorie sulle licenze per estrarre petrolio e gas naturale.
Soia, carne bovina, olio di palma, legno, cacao e caffè dovranno essere importati solo se sarà possibile certificarne la provenienza. Si va verso prodotto a “deforestazione zero”.
Solo dopo la fine della Cop26 sono stati pubblicati i dati aggiornati sulla deforestazione in Amazzonia. I peggiori degli ultimi 15 anni.
Greenpeace svela dati allarmanti sulle piantagioni di palme da olio che hanno rimpiazzato le foreste indonesiane. Intanto il governo lascia l’accordo contro la deforestazione.
Per capire se il nostro sistema economico si sta trasformando in chiave sostenibile, un report analizza 40 diversi indicatori. La bocciatura è netta.
“Questo murale è una protesta, è un grido d’aiuto”. Così lo street artist Mundano descrive la sua ultima opera, realizzata con le ceneri dell’Amazzonia.
Con l’aumento della domanda di carne, cresce anche quello di mangimi a base di soia, con effetti drammatici sugli animali e l’ambiente.