
Addio alle fonti fossili a costo zero: la ricetta di Greenpeace
Secondo la Ong ambientalista Greenpeace è possibile abbandonare definitivamente le energie fossili. Senza problemi dal punto di vista economico.
Secondo la Ong ambientalista Greenpeace è possibile abbandonare definitivamente le energie fossili. Senza problemi dal punto di vista economico.
La dirigenza della compagnia francese Edf ha rivisto al rialzo i costi del nuovo reattore Epr in costruzione sulla Manica: 10,5 miliardi di euro.
Il governo francese ha imposto un tetto alla produzione di energia nucleare, ma la compagnia che gestisce le centrali potrebbe rivalersi sullo Stato.
Nella prefettura di Kyoto un ex campo da golf diventerà una centrale solare da 23 megawatt. La corsa al fotovoltaico del Giappone non si ferma.
Il gruppo EDF e lo Stato francese sono chiamati a salvare la compagnia Areva: «Il costo potrebbe arrivare a 4-5 miliardi di euro».
Vienna si è rivolta alla giustizia europea, puntando il dito contro le sovvenzioni pubbliche concesse da Londra ai futuri reattori nucleari di Hinkley Point.
Nel Paese è presente quasi un milione e mezzo di metri cubi di rifiuti radioattivi. Diventeranno 4,3 milioni entro i prossimi 65 anni.
Tra le aziende partner della conferenza mondiale sul clima Cop 21 figurano multinazionali che inquinano e investono in energie fossili. Insorgono le associazioni.
Problemi “molto seri” in Francia. Perdite che superano i ricavi in Finlandia. Cantieri bloccati in Cina. Il nucleare di “nuova generazione“ arranca.
Secondo l’ultima conferenza Onu sulle catastrofi, l’impegno politico e ambientale dei prossimi 15 anni sarà determinante per limitarne i rischi