
Il blu è di tutti, United by Blue pulisce le spiagge e gli oceani
La piccola azienda di Philadelphia, dal 2010 ad oggi, ha raccolto oltre 10 tonnellate di rifiuti da spiagge e corsi d’acqua.
La piccola azienda di Philadelphia, dal 2010 ad oggi, ha raccolto oltre 10 tonnellate di rifiuti da spiagge e corsi d’acqua.
Akosua Afriyie-Kumi, appassionata d’arte sin dalla tenera età, è cresciuta nel soleggiato Ghana. Ha studiato arte e design a Londra, capitale del Regno Unito, con il sogno di poter sfruttare un giorno il proprio talento per creare qualcosa di unico. Una volta resasi conto della carenza di borse artigianali nel mercato, Akosua ha fondato AAKS. Questo
Outerknown realizza capi di vestiario riciclando le reti da pesca abbandonate nei mari di tutto il mondo.
Come conferma la classifica stilata da Fondazione Impresa, il Trentino Alto Adige rappresenta l’eccellenza italiana della sostenibilità. Anche per la moda.
L’azienda di abbigliamento sportivo tedesco insieme a Parley for the Oceans ha presentato il primo paio di scarpe realizzato con i rifiuti oceanici.
La società californiana ha annunciato la collaborazione con un’azienda svizzera specializzata nel trattamento dei tessuti dei capi tecnici a basso impatto ambientale.
Il marchio di abbigliamento danese rinuncia all’uso di pellicce animali aderendo al Fur Free Retailer Program.
Cosa hanno in comune i campi di agrumi lasciati a marcire, il settore della moda e lo sviluppo sostenibile, economico e sociale? Moltissimo secondo Adriana Santocito ed Enrica Arena che, con il loro impegno, hanno creato e brevettato Orange fiber, il primo tessuto sostenibile partendo dalle arance. Entrambe catanesi, entrambe trasferitesi a Milano per studiare
Levi Strauss & Co.ha inaugurato un nuovo processo di lavorazione dei jeans in grado di ridurre l’impatto sulle riserve idriche del pianeta.
La catena di negozi di abbigliamento britannica Primark si è impegnata a eliminare le sostanze chimiche pericolose dalla propria filiera.