
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Terra è il nuovo documentario di Yann Arthus-Bertrand in programmazione dal primo maggio su Netflix. Per far tornare l’uomo coi piedi per terra.
Un documentario che si pone l’obiettivo di mostrare l’evoluzione dell’umanità nel corso della storia e del suo rapporto con la natura. È Terra, il nuovo lavoro di Yann Arthus-Bertrand disponibile su Netflix a partire dal primo maggio. Il lavoro cerca di analizzare il viaggio della specie più strana e inimitabile (nel bene e nel male) del pianeta, con uno sguardo al passato. Guardando Terra si diventa testimoni di come la natura abbia dato vita a milioni di forme di vita eccezionali, uniche, stravaganti. Come ha fatto l’uomo a diventare consapevole di ciò che lo circonda? Com’è cambiata la sua visione nel corso dei millenni, fino ad arrivare all’attuale grado di sfruttamento senza rispetto? Come dovremmo tornare a interagire con le specie che ci circondano?
Arthus-Bertrand è da sempre, da quando ha deciso di esplorare – dall’alto – le bellezze terrestri diventando uno dei fotografi più amati al mondo, ambientalista. Con la sua fondazione GoodPlanet, Arthus-Bertrand cerca di “far amare di più la vita. Amare la vita completamente. E di amare gli altri allo stesso modo”. Un concetto che in Terra è ben espresso e che prosegue il percorso iniziato con Human. Il documentario, proiettato anche all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, racconta, infatti, come stia cambiando il concetto di umanità e come stiano cambiando le relazioni tra gli individui e le comunità. Terra cerca di riportare la specie umana coi piedi per terra, perché la condizione animale non è poi così diversa da quella umana.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Il documentario Racing Extinction del premio Oscar Louie Psihoyos proiettato alla Camera: “L’uomo sta provocando la scomparsa di tante specie”.
Sulla facciata della basilica di San Pietro è andato in scena Fiat Lux, uno spettacolo fotografico per aumentare l’attenzione sui cambiamenti climatici e la Cop 21.
In Russia si vuole autorizzare l’abbattimento di oltre 762 ettari di foresta. Le ruspe, oltre al turismo di massa, sono l’ennesima minaccia al fragile ecosistema del Bajkal, che contiene il venti per cento dell’acqua dolce non congelata di tutto il Pianeta.
Una mappa del Guardian mostra come l’inquinamento dell’aria in Europa sia diffusissimo. La Pianura Padana tra le aree peggiori in assoluto.
Nove giudici si sono espressi contro il marco temporal, la legge che avrebbe tolto il diritto dei popoli indigeni a vivere sulle loro terre.
Arriva anche in Italia una proposta di legge per il reato di ecocidio. Jojo Mehta, fondatrice di Stop ecocide International, spiega perché è essenziale.
Nonostante indicazioni contrastanti da parte degli studi, la Commissione europea non vuole applicare un principio di precauzione sul glifosato.
L’università Queen Margaret di Edimburgo ha annunciato la scoperta di una sostanza in grado di sostituire l’olio di palma.