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Nel corso di un incontro tra associazioni ambientaliste, scienziati e rappresentanti di governo è stato sviluppato un programma per proteggere gorilla e scimpanzé.
Le popolazioni di gorilla (Gorilla gorilla) e scimpanzé (Pan troglodytes), i nostri parenti più stretti del regno animale, sono in costante declino, minacciate dal bracconaggio, dalla perdita di habitat e dalle nostre malattie.
Secondo un nuovo rapporto i parchi nazionali e le riserve, ripartiti tra Angola, Camerun, Repubblica Centrafricana, Guinea Equatoriale, Gabon e Repubblica del Congo, proteggono solo il 21 per cento dei gorilla di pianura occidentali e degli scimpanzé. Nonostante i timidi progressi delle strategie di conservazione raggiunti negli ultimi decenni ne abbiano rallentato la scomparsa, questi primati sono ancora minacciati dall’aumento della popolazione umana, dall’espansione delle industrie estrattive, dall’agricoltura intensiva e dal commercio illegale di carne di animali selvatici, senza considerare la scarsa applicazione delle leggi esistenti e la corruzione che affligge molti paesi africani.
Per invertire questa tendenza alcune organizzazioni ambientaliste, tra cui il Wwf, l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) e la Wildlife Conservation Society, hanno presentato un nuovo piano di conservazione di durata decennale.
Il programma, chiamato “Piano d’azione regionale per la conservazione dei gorilla di pianura occidentali e degli scimpanzé dell’Africa Centrale 2015-2025”, si concentra sull’individuazione di diciotto aree, per un totale di 655.800 chilometri quadrati di foresta, considerate prioritarie per la conservazione delle grandi scimmie e quindi da proteggere e preservare con particolare attenzione e verso le quali destinare gli investimenti.
Queste zone coprono metà della zona geografica in cui vivono i primati e ospitano più di tre quarti delle grandi scimmie rimaste. Le associazioni ambientaliste chiedono inoltre misure supplementari, come il miglioramento della applicazione della legge, una gestione più efficace degli habitat delle grandi scimmie al di fuori delle aree protette e una migliore pianificazione territoriale nazionale.
La nuova strategia di conservazione rappresenta lo sviluppo di un piano d’azione precedente, lanciato nel 2005, ed è stata sviluppata in occasione di un convegno a cui hanno partecipato ambientalisti, scienziati e i rappresentanti dei sei paesi che ospitano le grandi scimmie.
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