
La Fifa ha scelto San Sebastián tra le sedi dei mondiali di calcio 2030. I cittadini della città basca, già colpita da overtourism e gentrificazione, non ci stanno.
Attore comico, Zelensky ha interpretato in una serie tv un insegnate catapultato alla presidenza dell’Ucraina. Ecco come ha reso la fiction realtà.
“Sono un clown e ne vado fiero”. Volodymyr Zelensky, attore comico di 41 anni, ha vinto domenica 21 aprile le elezioni presidenziali in Ucraina. Diventato popolare nel ruolo di presidente in una serie tv intitolata “Servitore del popolo”, è riuscito dapprima ad arrivare al ballottaggio. Quindi ha battuto senza appello il capo di stato uscente Petro Porochenko, ottenendo oltre il 73 per cento dei consensi.
Zelensky è diventato così il più giovane presidente della nazione europea. Padre di due figli e laureato in giurisprudenza, è nato nella città industriale di Kryvy Rig. Nella sceneggiatura che l’ha reso celebre, interpretava un professore di storia onesto e integro, arrivato per caso a guidare la nazione. Durante la campagna elettorale ha perciò giocato moltissimo su tale ruolo. Basti pensare che ha chiamato il suo movimento politico con lo stesso nome della serie televisiva.
In questo modo, l’attore ha potuto approfittare del diffuso malcontento che attraversa l’Ucraina. In particolare nei confronti della classe politica e dei “poteri forti”, considerati corrotti e incapaci di rispondere alle esigenze del paese. A ciò si aggiungono le difficoltà economiche di una delle nazioni più povere d’Europa e il conflitto con la Russia, al quale non si riesce a porre fine.
Ukraine takes leap into the unknown with new president Zelensky https://t.co/2tCxxIzAAe pic.twitter.com/1cxWIm9BOZ
— FRANCE 24 (@FRANCE24) 22 aprile 2019
Nonostante la vittoria, però, Zelensky ha pagato un prezzo non indifferente durante la campagna elettorale. Un portale di giornalismo investigativo particolarmente seguito in Ucraina lo ha accusato di frode. Rivelando che il comico possedeva una villa non dichiarata al fisco nel quartiere degli oligarchi russi.
Inoltre, il neo-presidente è stato indicato come “una marionetta di Igor Kolomoiski”, anche lui oligarca e nemico giurato di Porochenko. Si tratta di un uomo d’affari che ha finanziato la serie tv e che è proprietario dell’emittente “1+1”, che ha tirato la volata a Zelensky durante la campagna elettorale.
The comedian Volodymyr Zelensky won a landslide victory in Ukraine’s presidential election, according to official results with nearly all of the votes counted https://t.co/oOureqt5gf
— The New York Times (@nytimes) 22 aprile 2019
Anche il nuovo capo di stato dell’Ucraina è un imprenditore. Attivo nel settore della produzione audiovisiva, avrebbe reinvestito in parte i proventi “in affari in Russia, e in particolare attraverso compagnie offshore con sede a Cipro”, secondo le rivelazioni di un’inchiesta di un gruppo di giornalisti, riferite dalla stampa internazionale.
Al punto di vista strettamente politico, è difficile inquadrare il nuovo presidente, che annunciando la propria candidatura aveva affermato: “Non voglio fare promesse inutili”. E ha quindi basato la campagna sullo slogan “nessuna promessa, nessuna delusione”. In pratica, quello che gli ucraini gli hanno concesso è carta bianca.
Ukraine takes leap into the unknown with new president Zelensky https://t.co/2tCxxIzAAe pic.twitter.com/1cxWIm9BOZ
— FRANCE 24 (@FRANCE24) 22 aprile 2019
Ciò che si sa che è nel corso della sua prima conferenza stampa post-vittoria, Zelensky ha affermato di voler “arrivare ad un cessate il fuoco” con la Russia. Rilanciando il processo di pace di Minsk, ovvero l’accordo firmato nel febbraio del 2015 nella capitale bielorussa sotto l’egida di Kiev, Mosca, della Germania e della Francia. Da parte sua, il presidente russo Vladimir Putin non si è congratulato con Zelensky per la vittoria.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Fifa ha scelto San Sebastián tra le sedi dei mondiali di calcio 2030. I cittadini della città basca, già colpita da overtourism e gentrificazione, non ci stanno.
L’India ha condotto una serie di raid militari contro il Pakistan, che ha risposto. Ci sono decine di vittime e nel Kashmir si rischia una nuova escalation militare.
Alle elezioni in Romania l’estremista George Simion ha riportato oltre il 40 per cento dei consensi al primo turno. Il 18 maggio ci sarà il ballottaggio.
Il documento è stato approvato dal gabinetto di sicurezza di Israele e prevede anche il trasferimento forzato di migliaia di palestinesi verso Sud.
Da ormai due mesi Israele impedisce l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. E le scorte di cibo e medicinali per oltre due milioni di persone palestinesi stanno finendo.
Per una giornata intera Spagna e Portogallo sono rimasti al buio per via di un blackout generalizzato. L’erogazione è stata ormai ripristinata.
Tutta la penisola iberica, dal Portogallo al sud della Francia, è stata colpita da un blackout elettrico di cui non sono ancora note le cause.
Nell’aprile del 1975 i Khmer Rossi presero il controllo di Phnom Penh, instaurando uno dei regimi più violenti del Novecento.
Un raid ha causato 68 morti in un centro di detenzione per migranti dello Yemen. Gli Houthi accusano gli Usa, che nell’ultimo mese hanno condotto oltre 800 attacchi sul paese.