
Dal colpo di stato del 2021 in Myanmar ci sono stati oltre 4mila morti e la repressione va peggiorando. L’appello dell’Onu per mettere fine alla tragedia.
Il sedicesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 raccontato attraverso le immagini.
L’11 settembre del 2001, tremila persone hanno perso la vita, e molte di più hanno perso qualcuno a cui volevano bene. Altre seimila sono rimaste ferite. Nessuno è in grado di dimenticarlo. Quel giorno, due aerei hanno abbattuto le Torri Gemelle a New York. Un altro si è schiantato vicino al Pentagono di Washington, mentre l’ultimo è caduto a Shanksville, in Pennsylvania. Sono passati 16 anni e gli Stati Uniti ricordano l’evento che ha cambiato la loro storia, e la storia del mondo occidentale.
“L’America non si lascia intimidire, e chiunque ci provi si unirà alla lunga lista dei nemici sconfitti che hanno osato mettere alla prova il nostro coraggio” ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quando siamo uniti, “nessuna forza sulla Terra è in grado di dividerci”, ha aggiunto. Le manifestazioni ufficiali si sono tenute a New York, Washington e Shanksville, ma ovunque migliaia di americani hanno commemorato l’anniversario svolgendo opere di volontariato.
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La battaglia della Germania contro l’estrema destra prosegue. Prima è stata messa fuori legge l’associazione Hammerskin, ora l’organizzazione Artgemeinschaft.
L’Azerbaijan ha riconquistato il Nagorno-Karabakh. E la popolazione armena è in fuga per timore di subire una pulizia etnica.
La condanna di un’adolescente per aver espresso sostegno ai prigionieri politici su X è l’ennesimo esempio della repressione di Riyadh contro qualsiasi forma di dissenso.
A New York ci sono 110mila migranti, ma la situazione è critica in molte città statunitensi per l’arrivo di migranti dal continente americano e non solo.
Si è riacceso il conflitto tra Azerbaigian e Armenia sul Nagorno Karabakh. C’è l’accordo per la tregua, ma non si sa cosa spetterà alla popolazione armena.
75mila persone hanno sfilato a New York contro i combustibili fossili. Si tratta delle più grande manifestazione per il clima degli ultimi cinque anni.
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Prove generali in Russia in vista delle presidenziali del 2024. Chiamata alle urne anche nelle quattro regioni ucraine annesse da Mosca. Usa e Unione europea non riconosceranno l’esito delle votazioni nei territori occupati.