
Il 19 febbraio 2021, dopo tre mesi dall’uscita voluta dall’allora presidente Donald Trump, gli Stati Uniti sono rientrati nell’Accordo di Parigi.
Il 4 novembre è una data storica per la lotta ai cambiamenti climatici: entra in vigore l’Accordo di Parigi. Ora tocca alla politica dare segnali importanti nella riduzione delle emissioni di CO2.
Oggi, 4 novembre 2016, entra in vigore l’Accordo di Parigi. Il trattato che, per la prima volta unisce tutti gli stati del mondo nel comune impegno di ridurre le emissioni di gas serra e adottare una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Uno sforzo comune, globale volto a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, con un tentativo, se fosse possibile, a non superare nemmeno la soglia degli 1,5 gradi.
Ad oggi sono 94 i Paesi ad aver ratificato l’Accordo di Parigi, con Stati Uniti, Cina, India e Unione europea in testa. Un evento storico perché, per la prima volta, tutti gli stati che danno un contributo maggiore alla produzione di CO2 (il principale gas serra) hanno preso l’impegno formale per la loro drastica riduzione. Eccezionale perché diventa operativo a meno di un anno dalla Cop 21, la conferenza di Parigi dello scorso anno.
“Una svolta storica nella lotta ai mutamenti climatici, una scelta necessaria per salvare il futuro ma anche per rilanciare la nostra economia e la nostra società in chiave più green”, commenta Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati. “L’appuntamento con la Cop 22 in Marocco è un’occasione importante per fissare impegni adeguati all’obiettivo condiviso di mantenere il riscaldamento globale a fine secolo ben al di sotto della soglia critica dei 2 gradi. Una sfida che si può vincere”.
Si terrà dal 7 al 18 novembre a Marrakech, in Marocco, la Cop 22, ovvero la prima occasione per i governi che hanno ratificato l’Accordo di Parigi di portare avanti l’impegno. Da questo incontro ci si aspetta venga dato seguito alle promesse per la riduzione delle emissioni. Proprio in vista della conferenza di Marrakech, il Wwf Italia ha elaborato uno studio sulle politiche e misure per accelerare la transizione energetica e l’uscita dall’uso del carbone nel settore elettrico.
“Il carbone è – scrive l’associazione in una nota – il combustibile a maggiore emissione di CO2 nella generazione di energia elettrica. Per ogni chilowattora di elettricità generata a carbone, l’emissione di CO2 è pari a 870 grammi contro i 370 grammi del gas naturale e le zero emissioni delle fonti rinnovabili. È evidente che l’utilizzo del carbone non è compatibile con gli obiettivi ambientali per contenere i cambiamenti climatici ed è quindi necessario predisporre una via d’uscita dall’utilizzo di questo combustibile fossile che favorisca un’equa transizione dei nostri mercati energetici”.
Tweet riguardo #ParisAgreement
In occasione dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, la Unfccc e Coalizione Clima lanciano un appello perché tutti partecipino sui social a questo evento epocale. Sarà possibile, per esempio, festeggiare con siti, blog, infografiche o con un semplice messaggio sui social network, utilizzando l’hashtag #ParisAgreement. Inoltre, in riconoscimento del ruolo di reciproco rafforzamento e il sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile, si potrà aggiungere l’hashtag #GlobalGoals, #COP22 e #ClimateAction.
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