
La Corte europea per i diritti dell’uomo ha ascoltato i 6 giovani portoghesi e la difesa degli stati accusati di inazione climatica. La sentenza nel 2024.
Il 4 novembre è una data storica per la lotta ai cambiamenti climatici: entra in vigore l’Accordo di Parigi. Ora tocca alla politica dare segnali importanti nella riduzione delle emissioni di CO2.
Oggi, 4 novembre 2016, entra in vigore l’Accordo di Parigi. Il trattato che, per la prima volta unisce tutti gli stati del mondo nel comune impegno di ridurre le emissioni di gas serra e adottare una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Uno sforzo comune, globale volto a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, con un tentativo, se fosse possibile, a non superare nemmeno la soglia degli 1,5 gradi.
Ad oggi sono 94 i Paesi ad aver ratificato l’Accordo di Parigi, con Stati Uniti, Cina, India e Unione europea in testa. Un evento storico perché, per la prima volta, tutti gli stati che danno un contributo maggiore alla produzione di CO2 (il principale gas serra) hanno preso l’impegno formale per la loro drastica riduzione. Eccezionale perché diventa operativo a meno di un anno dalla Cop 21, la conferenza di Parigi dello scorso anno.
“Una svolta storica nella lotta ai mutamenti climatici, una scelta necessaria per salvare il futuro ma anche per rilanciare la nostra economia e la nostra società in chiave più green”, commenta Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati. “L’appuntamento con la Cop 22 in Marocco è un’occasione importante per fissare impegni adeguati all’obiettivo condiviso di mantenere il riscaldamento globale a fine secolo ben al di sotto della soglia critica dei 2 gradi. Una sfida che si può vincere”.
Si terrà dal 7 al 18 novembre a Marrakech, in Marocco, la Cop 22, ovvero la prima occasione per i governi che hanno ratificato l’Accordo di Parigi di portare avanti l’impegno. Da questo incontro ci si aspetta venga dato seguito alle promesse per la riduzione delle emissioni. Proprio in vista della conferenza di Marrakech, il Wwf Italia ha elaborato uno studio sulle politiche e misure per accelerare la transizione energetica e l’uscita dall’uso del carbone nel settore elettrico.
“Il carbone è – scrive l’associazione in una nota – il combustibile a maggiore emissione di CO2 nella generazione di energia elettrica. Per ogni chilowattora di elettricità generata a carbone, l’emissione di CO2 è pari a 870 grammi contro i 370 grammi del gas naturale e le zero emissioni delle fonti rinnovabili. È evidente che l’utilizzo del carbone non è compatibile con gli obiettivi ambientali per contenere i cambiamenti climatici ed è quindi necessario predisporre una via d’uscita dall’utilizzo di questo combustibile fossile che favorisca un’equa transizione dei nostri mercati energetici”.
Tweet riguardo #ParisAgreement
In occasione dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, la Unfccc e Coalizione Clima lanciano un appello perché tutti partecipino sui social a questo evento epocale. Sarà possibile, per esempio, festeggiare con siti, blog, infografiche o con un semplice messaggio sui social network, utilizzando l’hashtag #ParisAgreement. Inoltre, in riconoscimento del ruolo di reciproco rafforzamento e il sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile, si potrà aggiungere l’hashtag #GlobalGoals, #COP22 e #ClimateAction.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Corte europea per i diritti dell’uomo ha ascoltato i 6 giovani portoghesi e la difesa degli stati accusati di inazione climatica. La sentenza nel 2024.
La compagnia Austrian Airlines è stata giudicata colpevole di aver diffuso una pubblicità ingannevole in merito alla sostenibilità dei viaggi aerei.
Il delta del Po è una delle aree italiane che più sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo raccontano le donne coltivatrici che lì lavorano.
I dati relativi all’estensione della calotta in Antartide sono drammatici: mai era risultata così ristretta la superficie.
Il 27 settembre, 32 stati dovranno rispondere alla Corte di Strasburgo delle loro azioni sul clima. La sentenza potrebbe rappresentare una svolta legale.
Gli eventi meteo estremi colpiscono gli Stati Uniti sempre più spesso, ma questo non è ancora sufficiente per fermare l’espansione di gas e petrolio.
Lo stato federale della California trascina in tribunale Exxon, Shell, Bp, ConocoPhillips e Chevron: “Sul clima sapevano e hanno mentito”.
Il G20 di Nuova Delhi e il primo Summit africano sul clima hanno mostrato nuovamente le divisioni dei governi sulla questione climatica.
Lo storico Africa climate summit si è concluso mercoledì 6 settembre con l’adozione da parte dei leader della dichiarazione di Nairobi.