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Il 4 ottobre è di nuovo Festa degli alberi per le scuole. Ecco perché abbiamo ripristinato questa festa abbandonata durante l’ubriacatura industrialista.
Torna la festa degli alberi nelle scuole. L’abbiamo reintrodotta con il decreto del 4 agosto 2000 a firma mia, come ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e dell’allora ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, per i giorni 4 ottobre e 21 marzo per celebrare San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, dei cultori dell’ecologia e protettore degli animali.
La festa degli alberi è una delle più antiche cerimonie nate in ambito forestale e rappresenta la celebrazione che più di tutte può dimostrare come il culto e il rispetto dell’albero affermino il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo.
Durante queste giornate, nelle scuole, si festeggia, si piantano alberi nei cortili degli istituti, si infonde nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi.
A Roma e in altre parti d’Italia il Corpo forestale aderisce con l’iniziativa ForestAmica. Spero che l’ormai prossimo accorpamento del Corpo forestale con i Carabinieri non farà saltare questo impegno. È noto che io salvai la forestale nel 2001 da un assurdo smembramento. E anche ora proponevo il suo potenziamento aggregandogli le polizie provinciali per realizzare un forte corpo dedicato ad ambiente e agricoltura.
L’attuale maggioranza ha fatto altro. Quindi ora dobbiamo ottenere che anche nel nuovo assetto sia assicurato uno sviluppo delle eccellenze realizzate in questi anni.
La tutela della biodiversità è una necessità e un impegno internazionale sottoscritto dal nostro Paese. E iniziative come quella di ForestAmica andranno rafforzate.
Nel 2000 ho pensato di reintrodurre questa festa perché ho sempre interpretato il ruolo di ministro, ma anche quello di parlamentare, non come l’onore di occupare uno scranno importante, bensì come strumento per migliorare il mio Paese secondo i miei valori di ecologia, giustizia e innovazione.
La festa è una ricorrenza che si celebrava da un secolo, ma era stata accantonata. Mantiene alto il valore delle sue finalità istitutive e rappresenta un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale.
Quindi recuperare una festa abbandonata durante l’ubriacatura industrialista e la denigrazione di campagna e agricoltura era una cosa “nuova”, giusta ed ecologista.
Nel 2000 trovai un alleato nel ministro dell’Istruzione, un grande linguista ed una persona eccellente, Tullio De Mauro. Decidemmo per le date del 4 ottobre, di San Francesco, patrono d’Italia e Santo del cantico delle Creature, e del 21 marzo, inizio della primavera e San Benedetto, patrono d’Europa e dell’Ambiente.
Sono convinto che una efficace educazione ambientale sia indispensabile per formare i cittadini coscienti del domani.
Buona festa degli alberi a tutti.
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