8 donne startupper si raccontano per l’8 marzo

In occasione dell’8 marzo, abbiamo chiesto a 8 donne startupper di dare tre consigli alle loro stesse di ieri, di oggi e di domani.

“Se avessi la possibilità di dare dei consigli alla te stessa di ieri, di oggi e di domani, cosa le diresti?”. Questo è ciò che abbiamo domandato alle founder di 8 startup sostenibili che fanno parte dell’ecosistema LifeGate Way, trasformandoci in un mix tra il genio della lampada e Scrooge. Ne risulta un ritratto collettivo di donne startupper determinate ad andare avanti con le loro forze, il loro coraggio e le loro idee visionarie, senza mai smettere di essere sé stesse. Speriamo che, in occasione dell’8 marzo, come in qualsiasi giorno dell’anno, questi consigli possano essere d’ispirazione a tutte le donne che hanno un obiettivo da realizzare.

8 donne startupper per l’8 marzo

Chiara Maggio, Green Vibes

“Alla me stessa di ieri consiglierei di non avere paura di sondare in profondità i suoi desideri, di scavare a fondo e di ascoltare con attenzione cosa la appassiona e la accende. Alla me di oggi raccomando di essere sempre autentica e fedele a sé stessa, di rispettare il suo sentire e circondarsi di persone che condividano i suoi i valori e la sua missione. Alla Chiara di domani suggerisco di avere fiducia nelle scelte fatte in passato, di credere nella cura e nella lealtà dei ragionamenti e delle emozioni che le hanno accompagnate e di non temere mai di mostrare la sua essenza”. Queste i consigli a sé stessa di Chiara Maggio, psicologa clinica, neuropsicologa e co-fondatrice, insieme a Valentina dell’Arciprete e Sergio Vezzani, di Green Vibes. Si tratta di un e-commerce di sex toys e prodotti per il piacere personale certificati e sostenibili, nato con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza sul mondo del piacere e la sextainability, ovvero la sessualità sostenibile.

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Chiara Maggio , Valentina dell’Arciprete e Sergio Vezzani: il team di Green Vibes © Green Vibes

Alessandra Garini, Club dei giocattoli

“Cara Alessandra, è quasi impossibile sfondare subito, l’importante però è partire carica a mille e credere fortemente che il tuo progetto possa cambiare il mondo”. Questo direbbe alla sé stessa di ieri Alessandra Garini, cofondatrice, con Milva Bonvicino, del Club dei giocattoli. “Alla me stessa di oggi ricorderei di affrontare con fermezza le sfide quotidiane e gioire sempre per i piccoli traguardi raggiunti, mentre a quella di domani direi che fondare una startup è una scommessa: comunque vada, l’importante è provarle tutte!”. Il Club dei giocattoli è un sistema di toy sharing che insegna a condividere i giocatoli, ad averne rispetto e a ridurre gli sprechi, offrendo in comodato d’uso set di giochi, scelti sulla base del loro valore pedagogico e del ridotto impatto ambientale, da usare per un determinato periodo e poi restituire. Se però un bambino proprio si affeziona un determinato oggetto, è possibile acquistarlo.

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Alessandra Garini e Milvia Bonvicino, founders del Club dei giocattoli © Club dei giocattoli

Arianna Pozzi, Gaia my friend

“Non perdere mai di vista l’obiettivo, è questo quello che direi sia all’Arianna del passato sia a quella del futuro. Sembrerà un consiglio scontato ma penso sia fondamentale tenerlo a mente, soprattutto nei momenti di difficoltà, quando tendiamo a vedere solo gli aspetti negativi del nostro lavoro. Ricordarci il perché di quello che facciamo è fondamentale per ritrovare la motivazione e la carica per perseguire il nostro obiettivo”. E se è a dirlo è una giovanissima imprenditrice di successo come Arianna Pozzi, beh…ci crediamo. Arianna, classe 2003, è la fondatrice di Gaia my friend, un’app che elargisce suggerimenti su come abbinare i propri vestiti, consigliando stili, look e nuovi prodotti, meglio ancora se sostenibili. Gaia si pone come una fidata BFF (best friend forever), per dirla nel linguaggio della community, che può a sua volta offrire feedback.

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Arianna Pozzi, fondatrice e Ceo di Gaia my friend © Gaia my friend

Federica Tiranti, Chitè Milano

“Alla me sognatrice di quando è iniziata questa vita imprenditoriale direi che ha fatto bene a inseguire i suoi sogni. Per quanto ogni giornata possa essere complicata, la ringrazio di aver preso questa decisione perché mi permette di alzarmi ogni mattina con il sorriso. Alla me di oggi voglio ricordare di essere fiera di quello che è riuscita a costruire partendo da niente e di avere più fiducia in sé stessa. Alla Federica di domani invece vorrei raccomandare  di non smettere mai di imparare, di cercare ogni giorno di migliorarsi e diventare la donna che sogna di essere”. Così Federica Tiranti, fondatrice con Chiara Marconi di Chitè Milano, brand di lingerie couture, personalizzabile inserendo le proprie misure all’interno di una piattaforma online 3D. Realizzata in Italia con materiali certificati, Chitè si propone di creare consapevolezza su temi centrali in una giornata come l’8 marzo: uguaglianza di genere, body positivity e accettazione del corpo femminile in tutte le sue forme e taglie.

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Chiara Marconi e Federica Tiranti, founder di Chitè © Chité

Francesca Pievani, Fili Pari

“Alla me di ieri consiglierei di darsi piccoli obiettivi raggiungibili, con cui confrontarsi quotidianamente. A un certo punto scoprirà, guardandosi indietro, che con piccoli passi costanti si possono raggiungere risultati che sembravano impossibili. Alla me di oggi voglio dire che questi sono gli anni più importanti per costruire il suo futuro e per questo deve impegnarsi, appassionarsi e vivere intensamente per raggiungere i suoi obiettivi! Alla me di domani consiglio di imparare a godersi il momento e accogliere ciò che arriva con consapevolezza e un pizzico di leggerezza”. Questi i consigli a sé stessa di Francesca Pievani che con Alice Zantedeschi, a partire dagli scarti di polvere di marmo, ha brevettato Marm more, un microfilm che rende i tessuti impermeabili, antivento, resistenti all’abrasione e alle fiamme. È nata così la collezione Fili Pari, un esempio di economia circolare che risponde anche alla questione dello smaltimento dei sottoprodotti del marmo.

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Francesca Pievani e Alice Zantedeschi di Fili Pari © Fili Pari

Arianna Ortelli, Novis Games

“Alla me di ieri consiglierei di coltivare il suo coraggio e lasciarsi ispirare dalle persone che ammira per trovare la sua voce. Alla me di oggi suggerisco di utilizzarlo al meglio questo coraggio: osando, sbagliando, accettando le sfide. Infine, alla me di domani, auguro di riuscire a diffondere il coraggio, aiutando le persone intorno a lei a mettersi, a loro volta, in gioco”. Fil rouge del flusso di coscienza di Arianna Ortelli, fondatrice di Novis Games, è proprio il tema del coraggio. E ci sono voluti sicuramente audacia e intuizione per declinare un’attività per definizione “visiva”, come quella dei videogiochi, in una versione accessibile anche a persone cieche e ipovedenti. Un progetto sviluppato in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e l’Associazione pro retinopatici che coniuga tecnologia, innovazione e inclusione.

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Arianna Ortelli, founder di Novis Games © Novis Games

Silvia Turzio, VillageCare

“Cosa direi alla me stessa di ieri? Più di ogni altra cosa la abbraccerei, le darei una piccola pacca sulla spalla magrolina e la ringrazierei per tutta quella energia contagiosa, la voglia di imparare, la curiosità verso il nuovo, l’attrazione verso le persone di culture diverse che hanno forgiato la donna di oggi. Quando non venivo capita, cercavo chi mi poteva appoggiare, tra cui due impareggiabili genitori. La me stessa di oggi è il frutto e la continuità di quella bambina, a cui rimane il desiderio di continuare a conoscere, scoprire, e approfondire. Never stop learning è la mia quote. Infine, alla Silvia del futuro consiglierei di iniziare al più presto a trasferire quanto si è appreso, vissuto, imparato e sbagliato agli altri. Il passaggio generazionale non è solo fatto di trasferimenti immobiliari, aziende, beni, ma di un tramandare esperienze tra le persone”. Questa l’ispirante lettera a sé stessa di Silvia Turzio, fondatrice di VillageCare, portale che offre consulenza e sostegno a chi ha il difficile compito di occuparsi di anziani non autosufficienti.

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Silvia Turzio, Ceo e founder di VillageCare © VillageCare

Costanza Tomba, Roberta Ligossi, Sara Pianori e Valeria Zanirato, Ta-Daan

“Alla Roberta di ieri consiglio di sbagliare e di farlo alla grande, perché, se c’è una cosa che ho imparato in questi primi anni da imprenditrice, è che non c’è crescita senza ostacoli e senza errori”. Questo suggerirebbe alla sé stessa di ieri Roberta Ligossi, Ceo & co-founder del marketplace online di artigianato Ta-Daan. Le fa eco Costanza Tomba, Cpo & co-founder. “Un consiglio per la Costanza di ieri è di buttarsi, provare e cadere, rialzandosi sempre più forte di prima”. Continua Valeria Zanirato, Coo & co-founder. “Alla Valeria di oggi consiglio di non dimenticare mai da dove è partita, perché solo così sarà in grado di apprezzare la strada percorsa”. Infine, Sara Pianori, Cco & co-founder, vorrebbe ricordare alla sé stessa di domani di “continuare a puntare sempre in alto, ma allo stesso tempo di saper guardare indietro ed essere fiera della strada percorsa e di non dare mai per scontati i traguardi raggiunti”.

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Sara Pianori, Costanza Tomba, Valeria Zanirato e Roberta Ligossi di Ta-Daan © Ta-Daan

Una squadra di donne decise e intraprendenti, quella formata da Costanza, Roberta, Sara e Valeria che, in effetti, nel fondare Ta-Daan, ha effettivamente preso ispirazione dal passato, scegliendo però di reinterpretarlo in chiave cool, contemporanea e sostenibile, supportando giovani artigiani.

 

 

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