
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.
Nell’ultimo anno la perdita di foresta nell’Amazzonia brasiliana è aumentata del 30 per cento, record dal 2008 ad oggi.
In Amazzonia sorge la foresta pluviale tropicale più grande e più ricca di biodiversità del pianeta, vestigia delle sconfinate foreste che un tempo ricoprivano la Terra. Oggi quest’area, fondamentale per la nostra specie per la produzione di ossigeno e per la capacità di immagazzinare CO2, è in grave pericolo, minacciata dalla deforestazione che ha raggiunto livelli record.
Tra agosto 2015 e luglio 2016, secondo lo Space Research Institute brasiliano, sono stati distrutti in Brasile quasi 8mila chilometri quadrati di foresta, rasi al suolo da taglialegna, agricoltori e allevatori. Il tasso di deforestazione ha registrato il picco dal 2008 e nell’ultimo anno è aumentata di quasi il 30 per cento.
Per avere un’idea più precisa dello scempio basti pensare che l’area di foresta abbattuta è grande 135 volte Manhattan e pari alle superfici degli stati Connecticut e Delaweare messe insieme.
I principali colpevoli della distruzione della foresta primaria brasiliana sono l’industria del legname e il settore dell’allevamento di bestiame. Gli allevamenti nell’Amazzonia brasiliana sono responsabili di circa l’80 per cento di tutta la deforestazione nella regione e sono la maggiore causa mondiale di disboscamento. Hanno inoltre contribuito a spogliare la foresta gli agricoltori che hanno convertito i terreni per la produzione meccanizzata di soia, palma e altre colture.
L’aumento del tasso di deforestazione in Amazzonia comporta irrimediabilmente un aumento delle emissioni dei gas serra. Lo scorso anno il Brasile, secondo l’Osservatorio sul Clima, ha immesso nell’atmosfera 1,93 miliardi di tonnellate di CO2, facendo registrare un incremento delle emissioni del 3,5 per cento rispetto al 2014.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.
Nasce il Parco nazionale del Matese, la 25esima area protetta italiana che ospita un’enorme biodiversità tra Campania e Molise.
Il 6 maggio l’Italia ha già consumato tutte le risorse naturali rinnovabili che le spettano per l’intero 2025: è l’Overshoot day del nostro paese.
Il rapporto annuale di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa indica per la prima volta una situazione globale “difficile”. Male l’Italia.
Combattimenti tra animali, caccia al trofeo e allevamento in gabbia: nessuno degli emendamenti che avrebbero contrastato queste pratiche è stato approvato dalla maggioranza di Governo in Parlamento.
Mentre l’Europa prende tempo per stringere i controlli contro il commercio illegale di legno, Albania, Bosnia e Macedonia del Nord provano a cogliere l’opportunità per fare passi avanti.
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Prorogati per il 2025 gli impegni militari per una spesa di quasi 1,5 miliardi, confermato anche il sostegno alla Libia. E quelle armi verso Israele…