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La nomina a capo del governo di Ana Brnabic, apertamente omosessuale, rappresenta una svolta per un paese tradizionalista come la Serbia.
Ana Brnabic – 41 anni, dichiaratamente lesbica – è la nuova prima ministra della Serbia. Per un paese fortemente tradizionalista, i cui 7,1 milioni di abitanti sono costituiti all’80 per cento da cristiani ortodossi, si tratta di un’autentica svolta. Con la nomina, ufficializzata lo scorso 15 giugno, il presidente Aleksandar Vucic ha inoltre posto per la prima volta una donna alla guida del governo della nazione ex-jugoslava. L’obiettivo è infatti di mostrare l’immagine di una Serbia tollerante e aperta, che cerca di avvicinarsi all’Unione europea: la candidatura per l’adesione è stata depositata a Bruxelles nel 2012 e i negoziati sono ancora in atto.
A sostenere il nuovo esecutivo sarà il Partito progressista serbo, che gode di un’ampia maggioranza in Parlamento. Ciò nonostante, il nome di Ana Brnabic rappresenta comunque un rischio: la neo-premier, infatti, non può vantare una grande esperienza in politica, avendo assunto il primo incarico pubblico solamente un anno fa, quando fu scelta come ministro dell’Amministrazione dello stato. All’epoca, la scelta aveva suscitato una levata di scudi da parte dell’estrema destra locale. E oggi c’è già chi ha cominciato a storcere il naso, non solo tra gli ultra-conservatori: Dragan Markovic, dirigente di una delle formazioni politiche di secondo piano della coalizione al potere – che già nel 2016 si era detto contrario alla scelta della donna per un incarico ministeriale – ha affermato che alla testa del governo avrebbe preferito “un padre di famiglia con dei bambini”.
Serbian President nominates Ana Brnabic to be the next prime minister. She’ll be the country’s first woman and first openly gay PM. pic.twitter.com/kqJKgXpWrZ
— AJ+ (@ajplus) 16 giugno 2017
Ana Brnabic si è tuttavia mostrata sempre impermeabile agli attacchi legati al suo orientamento sessuale. Rispondendo a Markovic, ad esempio, si è limitata a bollare le dichiarazioni come “inadeguate e irresponsabili, oltreché discriminatorie”. Non a caso, la donna è cresciuta lontana dalla Serbia. Il suo percorso di studi l’ha portata dapprima negli Stati Uniti, quindi in Inghilterra, dove ha conseguito una laurea in marketing presso l’università di Hull. Conosce dunque particolarmente bene il mondo occidentale, anche grazie al fatto di aver già lavorato nell’ambito dei programmi di sviluppo agricolo finanziati dall’Unione europea e dall’agenzia di sostegno americana USAid.
Inoltre, pur non avendo mai fatto mistero della sua omosessualità, Ana Brnabic ha specificato di “non essere una militante Lgbt”. Ciò nonostante, ha partecipato alla sfilata gay pride del 2016, a Belgrado. “Non mi piace quando le mie scelte sessuali – ha spiegato – vengono utilizzate per descrivere il mio carattere. Ciò che è importante, è la capacità professionale e l’onestà. Poter servire il mio paese è per me l’onore più grande. Lavorerò con devozione e in modo responsabile”.
Ana Brnabic will be Serbia’s first gay prime minister, and first female as well. Big deal for the Baltics https://t.co/KiJ0KXsZir #LGBT pic.twitter.com/S0LkOaU9HX
— LGBT+ News (@mondokoosh) 16 giugno 2017
Da lei, Vucic si aspetta anche un aiuto nelle relazioni, ad oggi piuttosto tese, con un paese vicino. Brnabic è infatti di origini croate e, secondo quanto riferito dalla stampa internazionale, il presidente serbo pensa in questo modo di poter mettere a tacere le accuse, mosse da Zagabria, di essere troppo nazionalista.
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