A Ecomondo 2025, Ebara presenta la visione 2030: innovazione e sostenibilità per portare acqua a seicento milioni di persone nel mondo entro il 2030.
In vista della Conferenza sul clima aumenta il numero di imprese impegnate nella riduzione della propria impronta ecologica.
La Cop 21, la Conferenza sul clima di Parigi organizzata dalle Nazioni Unite, si sta avvicinando, la maggior parte degli stati del mondo ha già presentato i propri impegni per contribuire a contrastare i cambiamenti climatici. Il settore privato non sta a guardare, un numero sempre più grande di imprese si sta infatti impegnando per ridurre le proprie emissioni.
Questa scelta, oltre ad intercettare una crescente sensibilità ambientale dei consumatori, è dettata da motivazioni economiche, i cambiamenti climatici possono infatti rappresentare un costo per le società, in particolare per quelle che si approvvigionano in aree caratterizzate da condizioni meteorologiche estreme.
“Unilever stima che i disastri naturali legati ai cambiamenti climatici costino alla società circa 400 milioni di dollari all’anno”, ha dichiarato Tessa Castellani, portavoce di Ceres, associazione senza fini di lucro che raggruppa investitori, sindacati e gruppi di interesse in collaborazione con le imprese.
L’impegno delle imprese non può tuttavia bastare a risolvere il problema, ha avvertito Tessa Castellani, la politica dei governi è essenziale, ecco perché le aziende aspettano interessate l’esito della conferenza di Parigi.
General Mills, multinazionale del settore alimentare, è uno dei più recenti firmatari del American Business Act on Climate Pledge, alleanza composta da 81 aziende americane che hanno deciso di unirsi al presidente statunitense Barack Obama nella lotta contro il cambiamento climatico.
Anche per General Mills contrastare le alterazioni del clima è indispensabile per la sua redditività a lungo termine. “L’aumento di violenti fenomeni meteorologici avrà un impatto negativo sulla disponibilità e la fornitura di materie prime provenienti dall’agricoltura”, ha affermato Jerry Lynch, responsabile della sostenibilità di General Mills.
La multinazionale statunitense ha intrapreso diverse azioni per contrastare tali fenomeni e ridurre la propria impronta ecologica. Nello stabilimento di Murfreesboro, in Tennessee, ha iniziato a trasformare gli scarti dello yogurt in biocarburante, riducendo le emissioni di CO2 del 14 per cento.
Dalla Cop 21, prevista per la fine di novembre, si attendono soluzioni concrete e condivise per contrastare i cambiamenti climatici, nel frattempo le grandi imprese hanno deciso di fare la loro parte, perché ridurre l’impatto ambientale conviene a tutti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
A Ecomondo 2025, Ebara presenta la visione 2030: innovazione e sostenibilità per portare acqua a seicento milioni di persone nel mondo entro il 2030.
A Ecomondo 2025, Cvr presenta la sua visione di edilizia sostenibile: durabilità, innovazione e collaborazione per costruire insieme un futuro più solido.
A Ecomondo 2025, Agritech mostra come ricerca e tecnologia rendano l’agricoltura più efficiente, sostenibile e con meno sprechi.
A Ecomondo 2025, EcoEridania racconta la sua visione “controcorrente” di sostenibilità: innovazione, collaborazione e fiducia al centro del cambiamento.
Plastic bank a Ecomondo 2025: un modello che trasforma la plastica in valore sociale e ambientale, unendo economia circolare e inclusione globale.
Il Consiglio Ue Ambiente stabilisce la riduzione del 90 per cento rispetto al 1990: un compromesso che almeno porta l’Europa unita alla Cop30.
A Ecomondo 2025, Ecopneus racconta come i nuovi criteri ambientali per le strade possano rendere le infrastrutture più sicure, durature e circolari.
A Ecomondo 2025 Icea racconta la sua idea di sostenibilità integrata: connettere filiere, processi e certificazioni per un futuro circolare.
Un contesto geopolitico avverso e una finestra sempre più ridotta per agire: la Cop30 di Belém al via tra timori e speranze.


