Nei Paesi Bassi è nata la competizione “Tegelwippen”, che ha l’obiettivo di rimuovere pavimentazioni artificiali per sostituirle con terra e piante.
Respirare aria inquinata riduce le abilità cognitive, secondo una ricerca
L’inquinamento atmosferico ha ripercussioni negative non solo sulle vie respiratorie, ma anche sul cervello: ricercatori cinesi hanno scoperto che danneggia la nostra capacità di ragionamento.
Respirare aria inquinata equivale a perdere un anno di scuola. È la sconcertante scoperta di un team di ricercatori cinesi che per 14 anni ha somministrato test di matematica e ragionamento verbale a più di 20mila persone in 162 contee della Cina, confrontando i risultati con i dati sull’inquinamento atmosferico di ciascuna località. Hanno così riscontrato che l’esposizione prolungata alle polveri sottili riduce le abilità cognitive, specialmente con l’avanzare dell’età e nei soggetti di sesso maschile meno istruiti. Secondo gli scienziati, questo potrebbe dipendere dal fatto che la maggior parte svolge lavori all’aperto.
Leggi anche:
- La Cina è il paese più rinnovabile e quello che inquina di più
- L’aria più inquinata si respira nei paesi poveri
- La foto dell’astronauta Nespoli dallo spazio dimostra che la Pianura padana ha un problema di inquinamento
Le ripercussioni dell’aria inquinata sulla capacità cognitiva
Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of Sciences (Pnas), mette in luce il grosso impatto sociale che l’inquinamento atmosferico potrebbe avere, dal momento che dopo i 65 anni si prendono spesso decisioni importanti a livello finanziario e nell’ambito della salute. Tuttavia, secondo i ricercatori esistono ripercussioni anche a breve termine, il che significa che le performance degli studenti potrebbero peggiorare quando la concentrazione di polveri sottili nell’aria è più alta. In particolare, l’aumento di 1 milligrammo equivale a perdere un mese di scuola.
Quali studi sono stati condotti finora
“L’aria inquinata potrebbe causare stress ossidativo, neuroinfiammazione e malattie neurodegenerative”, spiega Derrick Ho, professore del Politecnico di Hong Kong, al quotidiano britannico Guardian. Finora è stato dimostrato che aumenta il tasso di mortalità fra le persone affette da disturbi psichici e l’insorgenza di malattie mentali nei bambini. Senza dubbio, però, servono altre ricerche per confermare il legame tra l’esposizione alle polveri sottili e il declino cognitivo, processo che può dipendere da molti fattori “come la dieta, l’esercizio fisico, gli stimoli che riceviamo e le interazioni sociali”, spiega James Hendrix, direttore delle iniziative scientifiche della Alzheimer’s association.
Is air pollution making you less smart? Depending on where you live, that could be the case pic.twitter.com/fXGwjyCF73
— TicToc by Bloomberg (@tictoc) 28 agosto 2018
I dati dimostrano che è necessario intervenire per migliorare la qualità dell’aria nel mondo
Procedere con la ricerca è cruciale se pensiamo che nel mondo 9 persone su 10 respirano aria inquinata. In molti paesi in via di sviluppo, nemmeno all’interno delle case è pulita perché per cuocere i cibi e riscaldare gli ambienti si bruciano legname, carbone o letame. Sappiamo anche che l’inquinamento atmosferico causa 7 milioni di morti l’anno, di cui 91mila in Italia.
“I governi devono davvero adottare misure concrete per cambiare la situazione. A beneficiarne sarà anche l’economia, dato che il capitale umano è tra i motori più importanti della crescita”, ha dichiarato Xi Chen, uno degli autori dello studio pubblicato su Pnas. La Cina è ricca di contraddizioni: è il paese che inquina di più, ma il più grande investitore nel settore delle energie rinnovabili. Se cambiare non è facile, comprendere la necessità di farlo è il primo passo per riuscirci.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con un grande progetto di ripristino, Baltimora vuole riportare in salute oltre 200mila metri quadrati di zone umide lungo 18 km di costa.
Il riscaldamento globale ha spinto la Federazione internazionale dello sci e l’Organizzazione meteorologica mondiale a firmare un protocollo d’intesa.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Entro il 2025, 40 porti italiani saranno dotati di spugne per assorbire gli oli. Si inizia da cinque tappe simboliche: Napoli, Messina, Brindisi, Ravenna e Trieste.
Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
A Palazzo Bovara apre al pubblico una tre giorni di confronto e conoscenza della moda sostenibile dal titolo Smart Closet.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Dall’11 al 13 ottobre a Parma c’è Fragile: il festival per trovare soluzioni e strategie per ridurre il nostro impatto sul pianeta.