Dal 2027 le norme europee renderanno obbligatorio il passaporto digitale per quasi tutte le batterie dei veicoli elettrici: più attenzione all’ambiente e ai diritti umani.
Avas, un video spiega cosa sono e perché rendono la mobilità elettrica più sicura
Da luglio sono obbligatori su tutte le auto elettriche. Si chiamano Avas, Acoustic vehicle alert system e sono la “voce” delle auto elettriche. Un video mostra come funzionano e perché sono così utili per pedoni e ciclisti.
L’Unione Europea finalmente ha deciso. Dal luglio scorso tutte le auto elettriche devono avere una “voce”, un segnale acustico che indichi a pedoni e ciclisti la loro presenza. La “voce” ha un nome – Avas, acronimo di Audible vehicle alert system – e è obbligatoria per tutti i nuovi modelli elettrici. Dal 2021, la legge si applicherà anche alle auto elettriche già esistenti che dunque dovranno dotarsi di analoghi dispositivi. La normativa europea arriva con un certo ritardo. Come spiegava bene già nel 2012 una lunga intervista realizzata a San Francisco dall’Associated Press, il tema del riconoscimento sonoro della auto elettriche (o delle ibride plug-in che possono funzionare per un certo numero di chilometri nel silenzio della modalità elettrica) è sentito da anni, in particolare dai pedoni con disabilità sensoriali.
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Negli USA ci hanno pensato prima
Negli Stati Uniti dove, specie in California la diffusione di auto elettriche è partita in anticipo rispetto all’Europa, esiste dal 2011 una legge del Congresso a tutela della sicurezza dei pedoni (Pedestrian Safety Enhancement Act) che di fatto obbligava i costruttori a dotare i loro modelli elettrici di speciali avvisatori acustici. Proprio negli USA già da alcuni anni diversi gruppi di attivisti avevano espresso la loro preoccupazione sulla difficoltà dei pedoni – specie nei casi di disabilità sensoriali di vista e udito – di riconoscere il sopraggiungere di un veicolo elettrico che, come noto, non avendo un motore a combustione a basse velocità non emette quasi alcun rumore, fatto salvo quello generato dal rotolamento dei pneumatici, avvertibile però da velocità oltre i 30/35 chilometri orari. Negli USA la richiesta ulteriore – e giustificata – era quella non solo che le auto elettriche emettessero un segnale acustico, ma che lo stesso fosse comune e uniforme a tutti i modelli, in modo da renderne la riconoscibilità ancora più immediata. Jaguar, per esempio, per dare una voce alla sua prima elettrica I-Pace si è avvalsa della consulenza dell’organizzazione britannica Guide Dogs for the Blind, dopo aver abbandonato l’idea di un suono inspirato ai veicoli aerospaziali, che induceva i pedoni a guardare verso il cielo piuttosto che in direzione dell’auto; un fatto che sottolinea come la voce delle auto elettriche debba essere ben riconoscibile.
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Avas, addio alla mobilità silenziosa?
Se il sogno di molti era immaginare una mobilità completamente silenziosa, le aspettative verranno in parte disattese. Certo, nulla di paragonabile rispetto ai rumorosi motori a benzina o diesel. Ma dal luglio scorso, tutti i modelli elettrici devono avere un loro “rumore”. A deciderlo l’Unione Europea che, recependo il documento delle Nazioni Unite “Uniform provisions concerning the approval of Quiet Road Transport Vehicles with regard to their reduced audibility” ha recentemente sviluppato un pacchetto di norme (ECE R138) che prevede l’obbligo dal luglio scorso di dotare tutti i veicoli elettrici degli Avas, (Acoustic vehicle alert system), segnalatori acustici che permettano di avvertire la presenza dei veicoli elettrici e di renderne “non disattivabile” il funzionamento sui modelli che lo prevedevano. In realtà, anche su molti modelli ibridi plug-in è già presente un sistema acustico di riconoscimento che si attiva quando l’auto si muove in solo elettrico. Ogni marchio per questi dispositivi sceglie nomi diversi (per Kia VESS, Virtual Engine Sound System VESS, per Nissan VSP, Vehicle Sound for Pedestrians), ma il funzionamento è analogo.
Avas, cosa sono e come funzionano
La diffusione di auto elettriche in Italia è ancora talmente ridotta (lo 0,6 per cento del mercato secondo i dati UNRAE di luglio) da far sembrare il problema un “non problema”. In realtà la necessità di dare una voce ai veicoli elettrici è importante per renderne la presenza più sicura sulle nostre strade, ancora di più oggi in cui la loro diffusione è ancora ridotta e il rumore del traffico rischia di nasconderne ancora di più la presenza. Ma cosa sono gli Avas? Sono dei dispositivi acustici che, montati sia nella parte anteriore dell’auto, sia al posteriore, emettono un suono continuo e ben riconoscibile, anche se per ora non “unico” come sarebbe auspicabile. In pratica, ogni auto elettrica potrà avere una sua voce che, secondo la normativa ECE R138 deve essere sempre emessa sotto i 20 km/h, variabile in intensità a seconda dell’accelerazione. Il che significa che ogni produttore potrà scegliere di dare ai suoi modelli elettrici questo o quel rumore, una scelta che lascia perplessi quanti, invece, avrebbero voluto un unico suono che rendesse subito riconoscibile qualunque modello elettrico.
Foto in apertura: ©Jaguar
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