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“Vogliamo che l’economia degli Stati Uniti sia energeticamente efficiente e alimentata da energia a basso tenore di carbonio. La mancata costruzione di un’economia a basse emissioni di carbonio metterà a rischio la crescita americana”. È questa parte della lettera scritta da 360 tra investitori e aziende americane al neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald
“Vogliamo che l’economia degli Stati Uniti sia energeticamente efficiente e alimentata da energia a basso tenore di carbonio. La mancata costruzione di un’economia a basse emissioni di carbonio metterà a rischio la crescita americana”. È questa parte della lettera scritta da 360 tra investitori e aziende americane al neo eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Un appello accorato, estremamente deciso e chiaro, arrivato a margine della Cop22 di Marrakech da aziende del calibro di Levis’, Hp, Mars, Kellogs, Ikea, Symantec, Tetrapak. Ma tra i nomi figurano anche Starbucks e Dupont. Tutte unite dallo stesso obiettivo: far rispettare al presidente gli accordi presi a Parigi.
“È vitale che la comunità imprenditoriale dimostri il suo costante impegno per affrontare i cambiamenti climatici“, ha detto Barry Parkin, chief sustainability di Mars Incorporated. “Questo è un momento importante nella storia politica ed economica globale, e dobbiamo assolutamente restare uniti per risolvere le immense sfide che attendono il pianeta. I cambiamenti climatici, la scarsità d’acqua e la deforestazione sono una grave minaccia per la società”.
Una grande fetta del mondo industriale ed economico, presente in patria e all’estero, sembra non avere dubbi su quale sia la strada da intraprendere, e lo afferma chiaramente: “Noi, membri del mondo degli affari e investitori americani, riaffermiamo il nostro profondo impegno per affrontare il cambiamento climatico attraverso l’attuazione della storico Accordo di Parigi sul clima”. Le indicazioni ci sono tutte: già le politiche finanziarie e fiscali stanno prendendo una direzione green e alcuni operatori finanziari si spostano verso investimenti etici ed ecologici.
Nel documento si legge la volontà di continuare quelle politiche mirate alla riduzione delle emissioni di carbonio, per consentire agli Stati Uniti di soddisfare o superare l’impegno nazionale promesso. Di aumentare gli investimenti nell’economia basse emissioni di carbonio e di fornire a livello internazionale una direzione a lungo termine necessaria per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.
Se da una parte il mondo è preoccupato per le future politiche che Trump potrebbe intraprendere, dall’altro cè già una porzione degli Stati Uniti ben avviata verso il cambiamento. E di certo il tycoon non potrà ignorarla.
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