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Un milione e 745mila persone hanno firmato una petizione per la convocazione di un referendum per la tutela delle api.
Il futuro delle api è una cosa seria e alla loro sopravvivenza è legata anche quella della nostra specie. Lo sanno bene in Baviera, stato nel sud-est della Germania, dove ben un milione e 745mila cittadini, circa il 18 per cento della popolazione, hanno firmato una petizione per chiedere un referendum per proteggere questi preziosi insetti impollinatori.
La petizione, firmata nelle ultime due settimane nei municipi bavaresi, ha dunque riscosso un successo straordinario, superando di gran lunga il milione di firme, pari al 10 per cento degli elettori, legalmente richiesto per ottenere il referendum, il quale dovrà essere organizzato entro sei mesi. La campagna per promuovere il referendum “salva-api” è stata sostenuta dai Verdi, dal Partito Ecologico-democratico bavarese (ÖDP) e da diverse organizzazioni conservazioniste. “È tempo di cambiare e avviare un nuovo corso per un’efficace conservazione della natura in Baviera”, ha commentato Ludwig Hartmann, uno dei leader dei Verdi in Baviera.
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La proposta di referendum prevede che il 20 per cento dei terreni agricoli soddisfi gli standard biologici entro il 2025, arrivando poi al 30 per cento nel 2030. I pesticidi utilizzati nell’agricoltura convenzionale, e la conseguente perdita di biodiversità agricola, sono infatti la principale causa di declino delle api e di molti altri animali. Il dieci per cento degli spazi verdi in Baviera, inoltre, dovrà essere convertito in prati fioriti, per offrire un habitat idoneo alle api. Il progetto referendario propone anche di migliorare le misure di protezione per i corsi d’acqua per evitare che vengano contaminati dai pesticidi e dai fertilizzanti, e, infine, di aumentare l’educazione ambientale nei programmi scolatici.
Per promuovere l’importanza della convocazione del referendum, negli scorsi giorni in Baviera migliaia di persone si sono radunate per le strade travestite da api. La manifestazione, divertente e colorata, ha contribuito a garantire il sostegno popolare alla campagna, riuscendo a comunicare l’urgenza di proteggere gli habitat di insetti e uccelli, le cui popolazioni in Germania sono crollate negli ultimi anni. Secondo recenti studi, negli ultimi trenta anni, il numero di insetti volanti in Germania è diminuito di quasi l’80 per cento. Questo trend catastrofico riguarda ormai molte aree del pianeta, tanto che, secondo le stime, circa il 40 per cento delle specie di insetti è sottoposto a drastici tassi di declino e potrebbero sparire entro un solo secolo.
Contrari a questa svolta ambientalista sarebbero invece gli agricoltori bavaresi, che temono contraccolpi economici per la loro attività. L’associazione degli agricoltori regionali ha invitato la popolazione a “smettere di colpire gli agricoltori”, facendo leva sulle pressioni finanziarie cui sono sottoposti. È indubbio che il referendum, dovesse avere successo, potrebbe avere enormi conseguenze per l’industria agricola tedesca, ma i benefici che comporterebbe sono evidenti.
Mentre in Italia i temi ambientali continuano ad essere estromessi dall’agenda politica e le persone sensibili a queste tematiche, che pur ci sono, continuano a non sentirsi adeguatamente rappresentate, la Baviera ci dimostra che una politica ambientalista è possibile. La svolta è avvenuta alle elezioni dello scorso ottobre, quando il partito dei Verdi ha raddoppiato il proprio risultato rispetto alle elezioni del 2013, ottenendo quasi il 18 per cento dei consensi ed è diventando il secondo più votato in Baviera. Il programma dei Verdi prevedeva infatti, tra gli altri punti, la promozione dell’agricoltura biologica come strategia per conservare le risorse naturali e proteggere la biodiversità.
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