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Tutto ciò che c’è da sapere sul bergamotto, il frutto dorato della Calabria che dona una piacevole ventata di freschezza: proprietà benefiche, ricette gustose, segreti e curiosità.
Considerato tra i frutti più belli ed anche come il “pomo di Afrodite”, il bergamotto ha una storia antica, in parte sconosciuta. Probabilmente le origine risalgono in Cina, ma si dice anche in Grecia o Spagna, e importato poi (pare) da Cristoforo Colombo di ritorno dalle Isole Canarie.
La sua presenza in Italia, in particolare in Calabria, è testimoniata in un libro del 1646, dove se ne parla come originario della città spagnola di Berga (da cui forse il nome “bergamotto”). Nel 1680 Gianpaolo Feminis, emigrato a Colonia, inventò la formula dell’“acqua admiralis”, con olio estratto dalla pressatura della scorza di bergamotto insieme ad altre essenze, da cui venne brevettata l’acqua di Colonia, che determinò la fortuna di questo agrume. Le prime colture in Calabria risalgono infatti al ‘700, in particolare intorno al 1750, nelle vicinanze di Reggio Calabria. Da allora il bergamotto è ingrediente essenziale per la ricetta di profumi classici e innovativi.
L’albero del bergamotto è un agrume, il Citrus bergamia Risso, simile al limone e all’arancio, ma piccolo e delicato, con il legno molto fragile. L’origine è sconosciuta, si pensa sia un ibrido, nato in coltura, in quanto non ne è sta trovata un forma spontanea. È coltivato per il suo frutto, di dimensioni e forma simili all’arancio e al pompelmo, ma più “piriforme”, leggermente schiacciato alle estremità. Di color giallo intenso ha la buccia sottile e liscia, generosa di olio essenziale dal profumo molto apprezzato. La polpa di colore giallo-verdastro è di gusto acidulo, molto aromatico e penetrante, il succo amarognolo. Un tempo, infatti, era coltivato non tanto per usi culinari ma soprattutto per la buccia da cui estrarre la preziosa essenza molto ricercata in profumeria (si estrae quando il frutto è maturo, raccolto da dicembre a febbraio). Per questo è ancora difficile trovarlo sul mercato se non tra novembre e inizio primavera sui banchi del contadini che lo coltivano. La zona prediletta è strettamente legata alla Calabria, in provincia di Reggio, lungo la costa ionica, dove grazie alle colline è al riparo dai venti dello stretto di Messina.
Se ne trovano soprattutto due varietà, femminella e castagnaro.
La coltivazione del bergamotto è simile a quella degli altri agrumi, ma deve essere seguita con più attenzione in quanto è una pianta molto delicata. Se curata con attenzione la pianta produce per circa 25 anni, con una media di circa un quintale di frutti (200mila quintali per tutta la Calabria). Bisogna aspettare però tre anni dall’innesto per avere i primi frutti e otto per ottenere il massimo di produzione. Le piante infatti nascono dall’innesto di tre rami di bergamotto su di un porta-innesto di agrume, preferibilmente di arancio amaro, e vengono piantate ogni quattro metri, al riparo dai venti grazie a filari di pini.
La sfida della Calabria per una coltivazione più sostenibile di questo frutto nasce dall’attenzione al territorio e al suo rispetto. Il bergamotto prospera in terreno drenato e fertile, con pH leggermente acido. Il clima deve essere dolce, come quello mediterraneo, al riparo dai venti impetuosi. Per questo vengono ricercate varietà adatte, le cui caratteristiche permettano l’uso limitato di agenti chimici e la crescita prosperosa delle piante.
Questo frutto è formato per l’80 per cento da acqua e ha circa 42 calorie (una decine di gocce di olio essenziale ne contengono 40). Tra le sue proprietà nutrizionali troviamo proteine, fibre, pectine e vitamina A e C (circa il 36 per cento del fabbisogno giornaliero di questo potente antiossidante). Poi sali minerali tra cui potassio, magnesio e calcio. L’olio essenziale presente nella buccia è uno scrigno di composti aromatici: limonene, linalolo, linalil acetato e bergapteno. Sono loro che determinano il profumo caratteristico tanto ricercato nell’industria profumiera e in cucina.
Tra i benefici per cui il bergamotto è famoso c’è la potenziale capacità di abbassare il colesterolo cattivo (LDL). Pare che la sua efficacia sia paragonabile a quella delle statine (farmaci specifici per combattere il colesterolo alto) ma su questo punto è sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia. Tiene sotto controllo anche i trigliceridi, proteggendo così la salute del cuore. Ma attenzione, perché tale benefici si otterrebbero dall’olio essenziale (derivato dalla buccia), usato soprattutto in aromaterapia e cosmetica ma anche come antidepressivo naturale in grado di migliorare l’umore e combattere lo stress e balsamico per le vie respiratorie con azione antibatterica e antisettica.
Del bergamotto in cucina utilizzo tutto, la buccia, la polpa, il succo e l’essenza
Luigi Ferraro, chef
Come dicevamo, la polpa del bergamotto è di gusto acidulo, molto aromatico e penetrante, il succo piuttosto amarognolo. Per questo fino a qualche tempo fa del bergamotto era usata soprattutto la buccia aromatica, il resto quasi ignorato. Ora invece il consumo del bergamotto si è esteso anche al mondo gastronomico vero e proprio. Si trasforma in conserve, canditi, bibite e distillati. Il succo, leggermente zuccherato o con del succo di mele (per stemperare l’amaro), è molto aromatico e dissetante.
Si può usare anche per un risotto, mantecato con il parmigiano o accompagnato dai tartufi o per marinare il pesce crudo, tenendo presente però il suo tipico gusto amarognolo. È ideale per aromatizzare salse e vinaigrette, proprio come il limone, oppure per dolci e tè. Il bergamotto è infatti il segreto del tè classico Earl Grey, la famosa fragranza aromatizzata con l’olio estratto dalla sua scorza.
E a proposito di olio essenziale, 10 gocce di quello di bergamotto nel tè o in una tisana ben mescolati e agitati aromatizzano la bevanda, donandole un profumo delicato. Si può usare poi in cucina, ricordandosi di aggiungere l’olio essenziale sempre a fiamma spenta per preservarne la qualità, usandone poche gocce. Una buona idea è anche quella di aromatizzare la pasta frolla per i biscotti oppure i formaggi freschi.
Largo dunque alla sperimentazione per questo agrume dalle proprietà interessanti e inaspettate, antico ma ancora da conoscere in tutte le sue sfaccettature. Un alleato stimolante per rinnovare ricette “agrumate” con un tocco aromatico fresco e caratteristico.
Il bergamotto è un agrume di piccole dimensioni, probabilmente originario dell’Asia, ma ora largamente coltivato in Calabria. È noto per il suo utilizzo nell’industria alimentare e cosmetica, grazie al suo profumo distintivo e alle sue proprietà benefiche.
Il bergamotto è ricco di vitamine e antiossidanti. Ha proprietà antibatteriche e anti-infiammatorie. È noto per aiutare a ridurre lo stress, migliorare l’umore e supportare la salute del sistema cardiovascolare.
Il bergamotto può essere utilizzato in tanti modi in cucina. Il suo succo per bevande, cocktail e tè, mentre la sua scorza può essere utilizzata per aromatizzare dolci, confetture e pietanze anche di carne e pesce.
Sì, sebbene richieda alcune condizioni specifiche, come un clima mite e il terreno ben drenato. È importante proteggere l’albero dal gelo e assicurarsi che riceva sufficiente luce solare.
Le sfide principali includono la gestione sostenibile delle risorse idriche, la prevenzione delle malattie delle piante e la promozione di pratiche agricole che non danneggino l’ambiente circostante e ne rispettino le caratteristiche.
Tra le ricette più popolari ricordiamo la confettura, la torta al bergamotto e il tè Earl Grey, aromatizzato con olio di bergamotto.
Il bergamotto può essere conservato in frigorifero per prolungarne la freschezza. La scorza può anche essere essiccata o candita per una conservazione a lungo termine.
Il bergamotto di Calabria è celebrato per la sua qualità superiore, dovuta al clima ideale e al terreno della regione, che contribuiscono a produrre un frutto con un profumo e un sapore che li distinguono da quelli di altre produzioni.
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