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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Berlino, gli attivisti di Berlin Autofrei hanno presentato un piano per creare quella che potrebbe diventare la più grande area urbana senz’auto del mondo.
Berlin Autofrei (Berlino senz’auto) è il nome di un gruppo di attivisti berlinesi che nel 2019 ha deciso di unire le forze per smuovere le acque in città e ottenere un ripensamento degli spazi delle strade, chiedendo un cambiamento radicale legato alla mobilità. La proposta è quella di limitare il traffico delle auto nell’area della Ringbahn, la linea ferroviaria che segue il perimetro del centro. Si tratta di una zona di circa 88 chilometri quadrati, addirittura più estesa di Manhattan. Grazie a questi cittadini potrebbe diventare la più grande area urbana senz’auto del mondo.
Con la campagna Volksentscheid Berlin Autofrei – letteralmente “Referendum per Berlino senz’auto” – portata avanti da aprile dell’anno scorso si sono raccolte 50mila firme a favore di una proposta di legge che il gruppo ha messo a punto grazie al lavoro pro bono di alcuni avvocati che sostengono la causa.
Il Senato di Berlino, l’organo di governo della città, sta ora prendendo in considerazione la proposta ed entro febbraio si deciderà se adottare la nuova legge; se l’idea viene respinta, il gruppo ricomincerà a raccogliere firme con l’obiettivo di ottenere il sostegno questa volta di 175mila persone, per portare la proposta al voto nel 2023. Infatti tutti i berlinesi aventi diritto di voto possono decidere su questioni specifiche e approvare leggi per la città attraverso il referendum. In questo modo si vuole avviare quella che è stata chiamata la “Legge di Berlino per l’uso delle strade orientato all’interesse pubblico“.
La richiesta è quella di trasformare gradualmente tutte le strade all’interno dell’anello della S-Bahn in zone a traffico limitato, dopo un adeguato periodo di transizione. Permessi speciali verrebbero concessi a veicoli di emergenza, camion della spazzatura, taxi, veicoli commerciali e di consegna, considerando che molte consegne a Berlino avvengono già in cargo bike. I permessi riguarderebbero anche i residenti con mobilità limitata che dipendono dalle auto. Inoltre a ciascun cittadino sarebbero consentiti fino a dodici viaggi all’anno con auto a noleggio, per esempio per effettuare traslochi o gite fuori porta. L’obiettivo è quindi quello di diminuire drasticamente l’uso dell’auto privata per restituire uno spazio più vivibile e sicuro a pedoni, ciclisti e al trasporto pubblico locale che si chiede di potenziare.
In una sorta di sintetico manifesto, Volksentscheid Berlin Autofrei ribadisce le cinque ragioni per cui è bene ridurre le auto. Innanzitutto si migliora la qualità della vita che diventa più sana grazie anche alla migliore qualità dell’aria. Inoltre c’è più spazio per tutti, i bambini possono tornare a giocare sulle strade che diventano luoghi più sicuri destinati anche alla socializzazione, dove le persone più fragili possono muoversi tranquillamente. Secondo le stime riportate nel sito Berlin Autofrei, in Germania sono 15.500 le morti premature dovute alle emissioni legate al traffico, causate da particolato, ozono e ossidi di azoto, mentre a Berlino nel 2020 si contano 50 vittime della strada, 19 pedoni e 17 ciclisti uccisi.
Infine c’è la questione climatica, legata all’inquinamento e al riscaldamento globale. In quest’ottica, secondo gli attivisti, la mobilità elettrica non può risolvere i problemi di traffico, perché “un’auto elettrica è pur sempre un’auto”. La direzione è chiara, si spinge verso una città più sostenibile e accessibile in cui salute e relax vanno di pari passo.
Serve un cambio di passo netto, uno strappo, senza passare dal consenso dell’intera popolazione. Questa è la convinzione che anima il gruppo, che prende a modello le politiche coraggiose attivate per esempio nelle città di Amsterdam, Parigi e Barcellona. Fondamentale è quindi sperimentare situazioni differenti per convincersi che un’altra mobilità e un altro tipo di vita urbana sono possibili. Si tratta di un ripensamento generale della città in cui al primo posto vanno messe le persone anziché le auto. In particolare i soggetti più lenti e deboli: ciclisti, pedoni, bambini e anziani. Equità significa infatti ridistribuzione dello spazio pubblico. Come convincere tutti del valore di questa proposta? Il gruppo Berlin Autofrei non ha dubbi, basta provare per credere!
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