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La Ferrovia retica è alimentata per il 100 per cento da energia idroelettrica grazie alle grandi risorse d’acqua del territorio da scoprire viaggiando su treni come il Bernina e il Glacier Express.
Risorsa indispensabile, in questo periodo l’acqua ci appare più che mai limitata e vulnerabile. Le alte temperature e la siccità stanno generando una crisi idrica a cui dobbiamo rispondere tutelando l’ambiente contro i cambiamenti climatici. Preservare l’acqua è indispensabile per la nostra sopravvivenza, per il funzionamento degli ecosistemi, senza contare che questa risorsa è anche un’alternativa ai combustibili fossili – le cui emissioni di CO2 sono causa del clima che cambia – per produrre energia pulita e rinnovabile con cui promuovere, per esempio, la mobilità sostenibile.
Un tipo di mobilità che caratterizza i treni in Svizzera: la Ferrovia retica, nel cantone dei Grigioni, alimenta i suoi locomotori, ma anche le sue strutture, con il 100 per cento di energia idroelettrica prodotta “a chilometro zero”.
Con circa 1.500 laghi, 890 chilometri quadrati di ghiacciai, sorgenti di fiumi come il Rodano e il Reno, innumerevoli ruscelli, la Svizzera è considerata infatti il castello d’acqua d’Europa. E sui treni panoramici della Rhb si viaggia grazie alla forza di quest’acqua, la stessa che si può ammirare guardando fuori dal finestrino come presenza costante di un paesaggio naturale da tutelare.
Una delle fonti d’acqua del territorio per la produzione di energia idroelettrica è il Lago Bianco che si scorge al passaggio in quota dei 2.253 metri di Ospizio Bernina, uno dei punti panoramici più spettacolari della celebre tratta ferroviaria del Bernina Express, il convoglio panoramico che conduce da Tirano, in Valtellina, alla mondana St. Moritz o a Coira, la città più antica della Svizzera.
Il “trenino rosso”, chiamato così per il colore dei convogli, è un prodigio di ingegneria ferroviaria che consente l’accesso al paesaggio alpino e che per questo è stato inserito nella lista patrimonio Unesco. Il treno si inerpica oltre i 2mila metri con tratti fino al 70 per mille di pendenza che affronta senza cremagliera. Fra i punti più emozionanti, oltre il già citato Ospizio Bernina – il punto più alto della Ferrovia retica – ci sono il viadotto elicoidale di Brusio con la linea ferroviaria che compie un intero giro su se stessa, la curva di Montebello con vista sul massiccio del Bernina e sul ghiacciaio del Morteratsch, lo spettacolare viadotto di Landwasser, un ponte di pietra alto 65 metri.
Lungo la tratta vale la pena scendere alla stazione Alp Grüm, a 2.091 metri di altitudine, da dove si gode un incantevole panorama sul massiccio del Bernina, sul ghiacciaio del Palü e sulla valle più meridionale dei Grigioni, Poschiavo. Si può pranzare al ristorante della stazione, raggiungibile solo in treno, o nelle locande della vicina Cavaglia che offrono specialità poschiavine, prelibatezze engadinesi e vini valtellinesi. E poi si può visitare il Giardino dei ghiacciai di Cavaglia detti anche “marmitte dei giganti”: un complesso di marmitte glaciali profonde quasi 10 metri situate ai piedi del massiccio del Bernina su cui domina il Piz Palü.
Fa parte della Ferrovia retica anche il Glacier Express, la tratta ferroviaria che unisce i Grigioni al Canton Vallese attraverso le Alpi. Da St. Moritz a Zermatt, il Glacier Express attraversa 291 ponti, 91 gallerie, 7 valli: da St. Moritz/Davos si snoda fino a Coira sul tratto dell’Albula, si addentra nella gola del Reno, si arrampica sul passo dell’Oberalp a 2.033 metri e alla fine della galleria del Furka vede la luce del sole del Vallese. Attraverso il pittoresco Goms, il viaggio di 300 km volge lentamente al termine quando, a Zermatt, si presenta la celebre vetta del Cervino.
Zermatt da decenni promuove il turismo sostenibile escludendo il traffico motorizzato in tutto il territorio comunale. Dalla città parte una delle ferrovie a cremagliera più alte d’Europa che si arrampica fino al Gornergrat: situata a 3.089 m, la montagna è circondata da più di venti vette che superano i 4mila metri, come il Cervino e Punta Dufour, la più alta montagna svizzera a 4.634 m, e dal terzo più lungo ghiacciaio delle Alpi, il ghiacciaio del Gorner. È un punto da cui partire per numerosi escursioni a piedi o in bici dopo essersi riempiti gli occhi di meraviglia.
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