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Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha autorizzato la vendita di 152 pesticidi in quattro mesi. Prodotti spesso vietati nei paesi in cui sono prodotti.
Jair Bolsonaro è presidente del Brasile dal 1 gennaio di quest’anno. Il suo mandato ha dunque poco più di 120 giorni. Nel corso dei quali il leader di estrema destra ha deciso di concedere autorizzazioni al commercio a ben 152 pesticidi. Prodotti che in precedenza erano vietati, per via dei rischi che essi pongono per l’ambiente e per la salute.
Add it to the LONG list of reasons to #Resista and #StopBolsonaro
Bolsonaro administration authorizes 150+ pesticides in first 100 days https://t.co/q7NbWdYJAk pic.twitter.com/OKRgGoK21Q
— AMAZON WATCH (@AmazonWatch) 5 maggio 2019
Il paese latino-americano è già considerato il “paradiso dei pesticidi”. È proprio il Brasile, infatti, una delle nazioni al mondo nelle quali se ne fa un uso più intensivo. Con conseguenze già evidenti nella popolazione rurale. Basti pensare che, ogni anno, sono circa 100mila i casi di intossicazione (di diversa gravità) riscontrati in chi vive in campagna ma anche negli abitanti delle città, quando le coltivazioni sono particolarmente vicine alle aree urbane.
Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, la maggior parte delle nuove autorizzazioni è andata a vantaggio di società americane, tedesche e cinesi. E in molti casi si tratta di sostanze che sono vietate nelle stesse nazioni nelle quali le aziende produttrici hanno sede.
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È il caso ad esempio del Chlorpyrifos, prodotto dalla multinazionale Dow Chemical Company: negli Stati Uniti, nel 2018, i giudici hanno ordinato all’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) di bloccarne la commercializzazione. Si sospetta infatti che possa provocare delle malformazioni nei bambini.
“The use [of pesticides] is completely safe,” said the government of #Brazil. ? ⚠️
Please retweet. @hrw @hrw_espanol @organiclivefood #JairBolsonaro https://t.co/Yc18mZ4onB
— EcoWatch (@EcoWatch) 3 maggio 2019
Il tema dei pesticidi divide d’altra parte fortemente i partiti politici del Brasile. Quando infatti era presidente la socialista Dilma Rousseff, il totale di pesticidi autorizzati era pari a 139. Durante gli anni del suo successore, il conservatore Michel Temer, il numero di autorizzazioni è passato a 450. E ora il nuovo ministro dell’Agricoltura ha annunciato che si dovrebbe arrivare a circa 1.300 quando tutte le richieste di autorizzazione saranno concesse.
Brazil: Pesticide Poisonings in Rural Areas https://t.co/bWoQmksz4L
— Human Rights Watch (@hrw) 20 luglio 2018
Le conseguenze, soprattutto per chi vive nelle campagne, potrebbero essere devastanti, come confermato da uno studio dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch. Il cui dirigente Richard Pearshouse ha sottolineato come già oggi i pesticidi arrivino «perfino nelle scuole, intossicando i bambini del Brasile».
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