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Il clima si salva tutti insieme, persone, aziende, enti di ricerca ed istituzioni. Si è parlato di questo a Barcolana51, la più grande regata del mondo.
Il riscaldamento globale si fronteggia facendo squadra: servono le piccole azioni dei singoli cittadini ma anche i provvedimenti delle istituzioni, la competenza dei ricercatori, i finanziamenti e l’intraprendenza delle aziende. Tutti questi attori sono ormai pronti ad assumersi la responsabilità di un cambio di passo epocale, ma devono farlo insieme, condividendo esperienze, specificità e conoscenze. È quanto è emerso durante “Insieme per un cambiamento consapevole“, uno degli incontri che si sono svolti tra sabato 12 e domenica 13 ottobre a Trieste in seno a Barcolana51. La cinquantunesima edizione della regata più grande e importante del mondo ha infatti avuto un ricco calendario, tra incontri ed eventi che si sono susseguiti nelle acque friulane 2 al 13 ottobre scorso.
Alla tavola rotonda, che si è svolta nel tardo pomeriggio di sabato, hanno partecipato Telmo Pievani, professore ordinario di Filosofia delle scienze biologiche del Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, Michaela Saisana, capo d’Unità del Monitoraggio, indicatori e valutazione del Centro comune di ricerca della Commissione Europea di Ispra, Sabrina Zucchelli, Responsabile marketing del Gruppo SIAD, Christian Steurer, direttore di TerraXcube ed Enea Roveda, Amministratore delegato di LifeGate. A moderare i diversi contributi è intervenuta Rosalba Reggio, giornalista de “Il Sole 24 ore”.
L’intero evento è stato promosso da SIAD, gruppo chimico specializzato nella produzione e fornitura di gas tecnici, engineering, healthcare, LPG e gas naturale, impegnato nella ricerca di tecnologie innovative nel campo della sostenibilità ambientale, che ha sostenuto anche Barcolana Young, ovvero la regata dei giovani timonieri di età compresa tra 8 e 15 anni, e Barcolana classic trofeo SIAD, regata dedicata alle barche d’epoca.
Ma di cosa si è parlato, nello specifico, durante i lavori? Quali temi hanno affrontato i relatori? Micaela Saisana ha per esempio incentrato il discorso sui big data, ossia le grandi raccolte dei dati di più varia natura, rese possibili grazie all’informatica. Dalle piccole abitudini di ciascuno al meteo, ogni dato può essere raccolto e analizzato. L’analisi di questa enorme massa di dati è dunque uno strumento fondamentale per conoscere, comprendere e divulgare le informazioni sul cambiamento climatico per capire “dove stiamo andando”, ma soprattutto come affrontare le sfide XXI secolo. Per la ricercatrice, i big data “Consentono di sensibilizzare le persone sullo stato del nostro pianeta, influenzando il comportamento dei consumatori, informando i mercati e riformando i sistemi di governance”.
Ha invece affrontato le implicazioni etiche del riscaldamento globale Telmo Pievani, che ha ricordato come il cambiamento climatico gravi prevalentemente sui Paesi più poveri e incida negativamente su molte dinamiche sociali, perché peggiora le diseguaglianze, alimenta flussi di migranti ambientali, genera instabilità regionali e conflitti per le risorse. “È una minaccia anche per i Paesi più ricchi”, ha detto Pievani “che ritengono, erroneamente, di essere al riparo e che sono i massimi responsabili delle emissioni che alterano il clima”. Il professore ha ricordato anche che la giustizia climatica è una grande questione etica, ed ha esortato a “ripensare in modo sistemico i nostri modelli di sviluppo e di consumo”, impossibile senza un impegno congiunto tra imprese ed istituzioni.
“Molte aziende hanno fatto della sostenibilità un valore strategico e una responsabilità d’impresa, sviluppando tecnologie per contenere l’impatto ambientale, ridurre i consumi energetici, azzerare le emissioni e riutilizzare in modo efficiente i materiali di scarto”. Ha parlato di questi temi Sabrina Zucchelli, ricordando lo stretto legame tra successo delle imprese, ricerca e innovazione sostenibile, stretta relazione coi propri stakeholder. Proprio attraverso la ricerca, le aziende individuano nuove tecnologie produttive oppure rivolte al vivere quotidiano, con l’obiettivo di diffondere una cultura legata alle buone pratiche. A questo proposito, Zucchelli ha ricordato l’esempio del laboratorio di biologia di SIAD, che ha sviluppato una nuova applicazione dell’ossigeno alla bonifica dai suoli contaminati, grazie al contributo dei clienti.
Di tecnologie utili per mitigare gli effetti del riscaldamento globale ha parlato però anche Christian Steurer. Il direttore di TerraXcube ha ricordato l’importanza strategica delle infrastrutture di ricerca che simulano le condizioni più estreme del pianeta per studiare la loro influenza sull’uomo e gli ecosistemi. Un altro esempio di lavoro di squadra, che interessa il mondo della ricerca e delle imprese.
Mobilitazione delle giovani generazioni per un futuro più sostenibile e condivisione di obiettivi con ricercatori e aziende sono stati i temi affrontati da Enea Roveda. “Negli anni, le cose sono cambiate, il Paese e le persone sono evolute grazie all’informazione, alla cultura e anche grazie ad alcuni importanti eventi come Expo 2015. Ci troviamo in un momento storico unico in cui milioni di giovani scendono in piazza per scioperare e chiedere ai governi, alle imprese e a tutti gli adulti di assicurare un futuro al pianeta. Una cosa per me incredibile se penso a 19 anni fa, quando è nata LifeGate, periodo in cui la coscienza e la consapevolezza verso la sostenibilità erano agli albori”.
Un serio lavoro di squadra è insomma imprescindibile per una svolta davvero sostenibile della nostra società. Dobbiamo solamente crederci.
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