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Si è accasciato a terra in via del Corso a Roma all’incrocio con Piazza Colonna, dove ha sede Palazzo Chigi, il cavallo che trainava la classica “botticella romana”, ovvero una carrozza trainata da un cavallo, solita trasportare i turisti per le vie centrali della capitale. ©Ansa Una scena che il Messaggero descrive come “drammatica”,
Si è accasciato a terra in via del Corso a Roma all’incrocio con Piazza Colonna, dove ha sede Palazzo Chigi, il cavallo che trainava la classica “botticella romana”, ovvero una carrozza trainata da un cavallo, solita trasportare i turisti per le vie centrali della capitale.
Una scena che il Messaggero descrive come “drammatica”, riportando che “il vetturino dopo aver cercato con tutte le sue forze di rimettere in piedi l’animale senza riuscirci, è scoppiato in un pianto a dirotto”.
L’ennessimo incidente che va a sommarsi alle due morti registrate nel 2008. La Lav (Lega antivivisezione) dichiara in un comunicato che:
Un incidente quando si ripete non è più un incidente. E’ la regola. E questa per le botticelle è la sofferenza dei cavalli, l’insicurezza dei clienti che pagano in nero e di tutti i cittadini.
L’associazione si è subito schierata in difesa degli animali, spiegando che “i cavalli delle botticelle sono costretti a lavorare in un contesto urbano pericoloso per via del traffico intenso, i forti rumori e la pavimentazione sdrucciolevole”. E che “numerosi sono stati gli incidenti per le condizioni sopra descritte, incidenti che in alcuni casi hanno causato il ferimento se non la morte del cavallo”.
Per questo motivo chiede al sindaco Marino di revocare le licenze ai vetturini, trasformando il servizio di trasporto turisti con altri compatibili con il rispetto delle leggi e della salute degli equini.
Anche l‘Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) si schiera contro quello che definisce un servizio che comporta “lo sfruttamento ingiustificato degli animali”.
Dal sito ufficiale si legge infatti che “i cavalli delle botticelle sono animali evidentemente sottoposti ad una condizione di sofferenza continua, essendo costretti, contro la loro volontà, a trainare tutti i giorni carichi estremamente pesanti (più di una tonnellata: la sola carrozza vuota pesa infatti 800 Kg…). Le condizioni di lavoro sono disumane: l’animale viene condotto lungo strade a scorrimento veloce (come il lungotevere) dove la vicinanza delle automobili, la velocità e il frastuono del traffico lo terrorizzano, con conseguenze gravi quali incidenti, spesso mortali; i cavalli si trovano sovente a percorrere strade in salita, sulla pavimentazione in san pietrini, scivolosa e sconnessa, che crea loro ulteriore disagio; questa condizione si aggrava in estate quando il sole cocente rende la fatica ancor più insopportabile”.
Condizioni confermate anche dal sequestro di pochi giorni fa ad opera del Corpo Forestale dello Stato.
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