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Le racchette da neve, chiamate anche ciaspole, sono un modo ecologico ed economico per camminare nella natura durante la stagione invernale. Una pratica benefica non solo per la salute.
Si può vivere la montagna in inverno facendo una bella camminata con le ciaspole, ideali per chi desidera gustare lentamente i paesaggi innevati. Le racchette da neve (questo il significato del termine “ciaspole”) offrono la possibilità anche ai non sciatori di compiere escursioni invernali che permettono di divertirsi e al contempo di fare sport senza alcun pericolo.
Le loro origini sono remote, quanto l’esigenza dell’uomo di muoversi su terreni innevati; per parecchi secoli le racchette da neve hanno rappresentato la sola soluzione praticabile per compiere determinati spostamenti in quei luoghi – come nelle zone nordiche dell’Europa, dell’America e dell’Asia – dove la neve ricopre l’ambiente per molti mesi all’anno. Infatti, permettono facili spostamenti a piedi sulla neve fresca, poiché la loro dimensione e la loro struttura fanno sì che la superficie calpestata sia maggiore, consentendo di non sprofondare.
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Le prime tracce di oggetti simili alle racchette da neve risalgono a circa il 6000 a.C. Sono stati in particolare boscaioli, contadini, esploratori e militari a impiegarle, trasformandole in uno strumento indispensabile in caso di abbondanti nevicate. Tra i personaggi più famosi che le utilizzarono ricordiamo l’esploratore e scienziato Fridtjof Nansen che nel 1888 compì la traversata a piedi della Groenlandia impiegando ciaspole e sci. Sempre verso la fine dell’Ottocento i cercatori impegnati nella corsa all’oro in varie parti del Nord America potevano spostarsi solo con l’ausilio delle racchette da neve: storie tra l’altro raccontate nelle pagine del romanzo Zanna Bianca firmato Jack London.
In origine le racchette da neve venivano create impiegando corda intrecciata e legno. In seguito questi materiali artigianali sono stati sostituiti da soluzioni in plastica: una trasformazione che ha alleggerito il peso effettivo delle ciaspole, contribuendo a renderle popolari. Negli ultimi decenni le persone che le utilizzano per compiere trekking in montagna in inverno sono sempre più numerose. Si può scegliere un determinato tipo di ciaspole piuttosto che un altro in base al percorso da affrontare.
Quelle chiamate canadesi, più grandi rispetto alle altre, sono ideali nel caso in cui il manto nevoso sia profondo; nel caso di una salita ripida e con poca neve meglio scegliere racchette corte; tra quelle moderne troviamo le racchette in alluminio, indicate soprattutto per distese pianeggianti; vi sono poi quelle composite, adatte specificamente per escursioni in montagna. In genere, le racchette moderne sono dotate di un sistema anti-ribaltamento integrato e presentano attacchi automatici che rendono più semplice l’incastro nelle apposite scanalature presenti sugli scarponi. Oltre alle ciaspole, indispensabili sono i bastoncini e buone scarpe da escursione.
Era il 1973 quando per la prima volta in Val di Non (Trentino), venne organizzata la prima Ciaspolada, la maratona sulla neve con le racchette. Giunta nel 2017 alla sua 44a edizione, questa gara non competitiva ha contribuito notevolmente a rendere di moda le ciaspole (il cui nome deriva proprio dal dialetto della Val di Non). Una popolarità alimentata dai benefici di un trekking in montagna con racchette da neve durante la stagione invernale. Una ciaspolata fa bene perché:
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Val di Fassa: dal Passo San Pellegrino (raggiungibile da Moena) si discende verso la conca di Fuciade. Il percorso, con un dislivello di 138 metri, è lungo poco meno di 4 chilometri e prevede come durata un’ora; è adatto a famiglie con bambini.
Alta Pusteria: dai Bagni di San Candido al Rifugio Gigante Baranci. La ciaspolata attraversa i boschi innevati di San Candido e passa anche per il rifugio Jora (possibilità di compiere il ritorno a valle con la seggiovia). La lunghezza è di circa 7 chilometri con un dislivello in salita di 327 metri. Il percorso si trova nel parco naturale Tre Cime (provincia autonoma di Bolzano).
Val di Scalve: si parte dai Fondi di Schilpario (1234 metri) e si arriva al passo Campelli, a 1899 metri, da cui si ammira una veduta sulla val Camonica. Durata complessiva (andata e ritorno) circa quattro ore.
Val Gerola: si parte dalla località chiamata Risalita Fenile per proseguire verso il lago Pescegallo; si raggiunge poi il Rifugio Salmurano a 1848 metri.
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