Clean Power Plan. La Corte suprema Usa blocca il piano ambientale di Obama

La Corte suprema Usa ha votato per la sospensione del Clean Power Plan di Obama, che punta a ridurre fortemente le emissioni delle centrali elettriche.

È una doccia fredda. Per Obama e per il pianeta Terra. La Corte suprema degli Stati Uniti ha infatti deciso di sospendere l’ambizioso Clean Power Plan voluto dalla Casa Bianca per cercare di imporre un notevole abbassamento alle emissioni di gas ad effetto serra disperse nell’atmosfera dalle centrali elettriche disseminate nel paese.

usa oregon centrale carbone
Una centrale a carbone situata nello stato americano dell’Oregon ©Tedder/Wikimedia Commons

Alla Corte suprema finisce cinque a quattro

Cinque dei nove giudici che compongono la più alta corte americana hanno infatti votato per lo stop, accogliendo così il ricorso presentato da ventisette stati americani (quasi tutti governati dai repubblicani, che hanno esultato parlando di “vittoria monumentale e senza precedenti”). Gli altri quattro giudici (progressisti) si sono invece pronunciati a favore del piano del governo, stigmatizzando inoltre il fatto che la decisione sia stata assunta con una rapidità sorprendente.

 

 

Il risultato è che ora il Piano per l’energia pulita di Obama, elaborato dall’Agenzia americana per la Protezione dell’ambiente, rimarrà bloccato. Esso prevede una riduzione pari al 32 per cento delle emissioni di CO2 rilasciate dagli impianti di produzione di energia elettrica degli Stati Uniti: un obiettivo da centrare entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 2005.  

Il Clean Power Plan, un pilastro della Cop 21

Da un punto di vista politico, per il presidente americano si tratta di un colpo non facile da incassare: il Clean Power Plan rappresenta uno dei pilastri dell’impegno governativo per l’ambiente. E uno degli elementi costitutivi delle promesse avanzate dagli Usa di fonte alla comunità internazionale in occasione della Cop 21, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite che si è tenuta a dicembre a Parigi. 

Non a caso, il candidato democratico alle primarie Bernie Sanders si è detto “profondamente deluso” dalla decisione della Corte suprema. E anche il segretario di stato alla Stampa, Josh Earnest ha reagito ufficialmente, con durezza, alla notizia. 

In termini giuridici, però, non è ancora detta l’ultima parola: il piano di Obama sarà infatti riesaminato in appello, quindi tornerà sul tavolo dei giudici dell’alta corte statunitense. E l’Agenzia ambientale americana ha spesso vinto le sue battaglie giuridiche. Nel frattempo, però, la transizione ecologica rimarrà bloccata.

 

Foto di apertura: Lawrence Jackson/Official White House Photo

 

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