I festeggiamenti davanti alla corte costituzionale della Colombia dopo la decisione di depenalizzare l'aborto nelle prime 24 settimane di gravidanza RAUL ARBOLEDA/AFP via Getty Images)
Con una sentenza storica, la corte costituzionale della Colombia ha depenalizzato l’aborto entro le prime 24 settimane di gravidanza.
I festeggiamenti davanti alla corte costituzionale della Colombia dopo la decisione di depenalizzare l'aborto nelle prime 24 settimane di gravidanza RAUL ARBOLEDA/AFP via Getty Images)
La corte costituzionale della Colombia ha depenalizzato il reato di aborto.
D’ora in poi, l’aborto è consentito se effettuato entro le prime 24 settimane della gravidanza.
La Colombia si aggiunge all’Argentina tra i grandi paesi del Sudamerica ad aver introdotto questo diritto civile.
Il 21 febbraio 2022 la corte costituzionale della Colombia ha finalmente riconosciuto il diritto all’aborto entro le prime 24 settimane di gravidanza: una grande vittoria per i diritti delle donne e per i movimenti femministi che da decenni lottavano per vedere riconosciuta l’autonomia sul proprio corpo.
La Colombia si aggiunge così a Argentina, Cuba, Uruguay e Guyana, paesi sudamericani che hanno legalizzato l’aborto negli ultimi anni segnando una svolta epocale ai diritti umani e civili dell’America Latina, un continente dove sono ancora molti gli ostacoli per il diritto delle donne all’accesso a un’interruzione di gravidanza sicura e ugualitaria.
Ogni anno vengono effettuati più di 350 mila aborti illegali
Fino ad ora l’aborto in Colombia era consentito solo in caso di rischio per la vita o la salute della madre incinta, oppure se esistevano malformazioni fetali pericolose o se la gravidanza fosse stata il risultato di stupro, incesto o inseminazione artificiale non consensuale.
I gruppi per i diritti riproduttivi in Sudamerica stimano che ogni anno in Colombia vengano praticati fino a 400mila aborti, di cui solo il 10 per cento è effettuato in modo legale. Durante il 2020, almeno 26.223 aborti non sicuri sono stati effettuati in tutta la Colombia, secondo Profamilia, ente di assistenza sanitaria alle donne.
Inoltre, secondo le stime di Causa Justa, una coalizione colombiana per i diritti delle donne, tra il 2006 e il 2019 almeno 350 donne sono state condannate o sanzionate per aver abortito, comprese almeno 20 ragazze di età inferiore ai 18 anni.
L’aborto è ancora illegale in quasi tutta l’America Latina
I gruppi per i diritti delle donne, riuniti nel collettivo ‘onda verde’, hanno festeggiato davanti alla sede della corte costituzionale nella capitale Bogotà. Sono anni che le organizzazioni chiedono la rimozione dell’aborto dal codice penale, ma la corte ha sempre evitato di pronunciarsi.
“Celebriamo questa sentenza come una vittoria storica per il movimento delle donne in Colombia, che da decenni si batte per il riconoscimento dei loro diritti”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty international. “Le donne, le ragazze e le persone in grado di avere figli sono le uniche che dovrebbero prendere decisioni sul proprio corpo”.
L’America Latina è una regione per tradizione molto conservatrice e la chiesa cristiana cattolica ed evangelica ha sempre potuto contare su leggi in tema di aborto tra le più restrittive del mondo, spesso vietando completamente la procedura. Ad esempio, Honduras, Nicaragua, El Salvador e Haiti hanno dichiarato l’interruzione volontaria di gravidanza completamente illegale.
— Volcánicas Periodismo Feminista (@VolcanicasRev) February 21, 2022
L’aborto sicuro diminuisce le disuguaglianze tra donne
Eppure, l’aborto legale non solo è molto più sicuro dell’aborto clandestino, ma anche il costo della sua prestazione è molto più basso se praticato in istituti sicuri, che utilizzano le tecniche raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Come se non bastasse, la criminalizzazione dell’aborto ha aggravato le disuguaglianze tra le donne. La maggioranza delle donne denunciate per aborti clandestini in Colombia provengono da zone rurali e quasi un terzo di loro sono vittime di violenze sessuali, anche domestiche. Inoltre, la scelta di rendere l’aborto illegale ha generato paura e stigma negli operatori sanitari, inducendoli a evitare di prestare il servizio di interruzione di gravidanza per paura delle conseguenze sociali e legali.
L’Ecuador potrebbe essere il prossimo
Ora la scelta della corte colombiana può cambiare tutto questo e rivoluzionare la vita di milioni di donne e ragazze. La speranza è che sempre in più paesi si scelga di sostituire l’attuale quadro di persecuzione e criminalizzazione delle donne con leggi improntate alla libertà di scelta.
Difficile dire chi sarà il prossimo paese a decriminalizzare l’aborto, ma molte speranze risiedono nell’Ecuador, dove i parlamentari hanno appena allentato le leggi in modo da permettere alle donne di scegliere l’aborto almeno in caso di stupro.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.
Alcune buone notizie e qualche passo indietro nelle misure previste dal nuovo provvedimento del Consiglio dei ministri, in attesa del testo definitivo.