
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
Apple, Facebook, Google lavorano per arrivare ad una rete internet alimentata al 100 per cento da rinnovabili. Lo rivela l’ultimo rapporto di Greenpeace.
Apple, grazie agli ultimi investimenti, riuscirà ad alimentare il proprio cloud con energia 100 per cento rinnovabile. Yahoo è al 73, Facebook al 49 e Google al 46 per cento. Lo rivela l’ultimo rapporto di Greenpeace “Clicking Clean: A Guide to Building the Green Internet”, che mostra come le più grandi compagnie della rete stiano lavorando per alimentare il web con energia rinnovabile.
In un mondo che vede crescere la quantità di dati scambiati del 20 per cento ogni anno, in particolar modo nel mondo del mobile, è evidente che la richiesta di energia per far funzionare i data center sarà in crescita.
“Per alimentare Internet, le compagnie hi-tech si stanno orientando verso la scelta più intelligente: le fonti rinnovabili” afferma Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Il rapporto sottolinea come sia il mondo del video streaming, Youtube e Netflix ad esempio, quello in più rapida crescita. “Oggi oltre il 60 per cento del traffico Internet è usato per la visione di video in streaming, una percentuale che si stima possa arrivare al 76 per cento entro il 2018”.
Ma non ci sono solo notizie positive. Greenpeace spiega che alcuni giganti dell’energia, come la Duke Energy, in Carolina del Nord, la Dominion Resources in Virginia), e la Taiwan Power Company dedicano ancora una bassa percentuali del bilancio agli investimenti sulle rinnovabili, mentre continuano la loro corsa al carbone.
Tra i giganti del web a più ampia espansione, Amazon risulta essere quella meno trasparente, secondo l’Ong. “Amazon deve fornire più informazioni sull’impronta energetica dei suoi data center, chiarendo come intende raggiungere l’obiettivo 100 per cento rinnovabili”, dice Iacoboni. “La rapida espansione di Amazon in Virginia, uno stato fortemente dipendente dal carbone, dovrebbe preoccupare i suoi clienti. La stessa Greenpeace Italia, che aveva mantenuto un contratto con Amazon Web Services fidandosi delle promesse di cambiamento fatte dal colosso americano, ora sta valutando di cambiare fornitore”.
L’obiettivo è di portare tutti i grandi gruppi a sottoscrivere un accordo a lungo termine per far sì che tutta l’energia che alimenterà la rete, sempre più presente nelle nostre vite, provenga da fonti rinnovabili.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
Nel luglio 1976 Seveso fu epicentro del peggior disastro ambientale mai avvenuto in Italia. Oggi un’autostrada fa riemergere ricordi e paure
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.
Un nuovo murales al Gazometro sarà l’ulteriore tassello di un processo di rigenerazione che sta interessando uno dei quadranti più dinamici della Capitale.
Accordo in Senato: a decidere non sarebbe il paziente, ma un “Comitato etico”. Ma spunta una controproposta popolare che punta all’eutanasia legale.