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Applicare la resilienza della natura e l’equilibrata organizzazione degli ecosistemi, attraverso la biomimetica, può giovare alle aziende.
La natura ha una vasta esperienza, frutto di quasi quattro miliardi di anni di esistenza, e l’uomo, comparso appena qualche migliaio di anni fa, ha ancora molto da imparare. “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già inventata”, scriveva una delle menti più brillanti del Novecento, Albert Einstein, enfatizzando questo concetto. Lo studio dei processi biologici e biomeccanici della natura può infatti essere una preziosa fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e delle tecnologie umane. Proprio su questo si basa la biomimetica, branca della tecnologia che si ispira alle soluzioni adottate dalla natura e che ha prodotto, ad esempio, pannelli solari che si muovono come petali di un fiore.
Un’organizzazione florida e resiliente deve operare in modo da garantire che tutte le entità che la compongono sopravvivano e prosperino, proprio come avviene in un ecosistema sano. In questo ambiente ogni specie occupa una specifica nicchia ecologica e ricopre un ruolo importante. È possibile traslare tale modello alle imprese, garantendo così catene di approvvigionamento efficienti e lavoratori organizzati e gratificati.
La biomimetica viene utilizzata da organizzazioni di ogni tipo, dalle imprese alle ong, fino agli enti governativi, per far fronte a sfide eterogenee. L’osservazione della natura, ad esempio, ha portato alla realizzazione di un adesivo il cui meccanismo di fissaggio replica il modo in cui il geco si attacca alle superfici con milioni di minuscole setole, oppure un sistema di ventilazione non convenzionale ispirato dalle tane delle termiti africane.
Sono ormai numerosi i corsi che vengono organizzati appositamente per insegnare alle imprese ad adottare una strategia aziendale ispirata ai principi che regolano gli ecosistemi naturali, in modo da sviluppare pratiche che promuovono sia il cambiamento organizzativo che sociale. Ai partecipanti viene insegnato, tra le altre cose, a fare rete e adattarsi ai cambiamenti, per farlo vengono mostrati loro “manufatti” naturali, per apprendere le tecniche di progettazione della natura. Utilizzando i principi che guidano la vita, dopo diversi cicli di prototipazione rapida, le idee nate seguono un processo evolutivo e vengono affinate e migliorate. La lezione più importante, però, è che, come sosteneva Aristotele, “la natura non fa nulla di inutile”, e abbiamo ancora molto da imparare.
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