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L’incidente del volo Parigi-Il Cairo della compagnia Egyptair è ancora avvolto dal mistero. Ecco le informazioni che sono state raccolte finora.
La giornata di giovedì 19 maggio è stata contrassegnata da un andirivieni di notizie, informazioni prima confermate e poi smentite. Da conferenze stampa interlocutorie e da tante dichiarazioni all’insegna della prudenza. La realtà è che, ad oltre trenta ore dallo schianto del volo MS804 della Egyptair, la dinamica dell’incidente appare ancora avvolta dal mistero.
L’Airbus A320 della compagnia di bandiera egiziana è sparito dai radar nella notte tra mercoledì e giovedì. L’informazione è stata confermata dalla stessa Egyptair nella prima mattina di ieri. L’aereo ha lasciato l’aeroporto di Parigi Roissy-Charles De Gaulle, alle 23:09 (ora locale), con qualche minuto di ritardo rispetto all’orario previsto, con destinazione Il Cairo.
#MS804 Ce que l’on sait de la disparition du vol #EgyptAir Paris-Le Caire https://t.co/293ratfyEepic.twitter.com/p3uy8ZDLHe — Le Monde (@lemondefr) 19 maggio 2016
Attorno all’1:50 il pilota era in contatto radio con un controllore aereo greco, mentre si trova al di sopra dell’isola di Kea, nell’arcipelago della Cicladi, e indica che sul velivolo “è tutto in ordine”. Alle 2:26, l’aeromobile si appresta a lasciare lo spazio aereo greco: la quota di volo è di 37mila piedi. Il controllore greco tenta allora di contattare il pilota, come esige il regolamento, per confermargli che sta per entrare nello spazio aereo egiziano.
La cabina di pilotaggio, tuttavia, non risponde alle comunicazioni. Otto minuti più tardi, l’aereo effettuata due virate brutali, e inizia una repentina discesa di 22mila piedi. Secondo quanto affermato dal ministro della Difesa della Grecia, Panos Kammenos, “l’aereo era entrato nello spazio aereo egiziano per 10-15 miglia, quando ha effettuato una virata a sinistra di novanta gradi, quindi una seconda a destra di 360. Giunto all’altitudine di quindicimila piedi, abbiamo perduto il contatto radar”.
Sono le 2:39. L’apparecchio si trova a circa 280 chilometri dalle coste nordafricane. Da questo momento, nessuno sa cosa sia accaduto. Perfino sulla possibilità che i piloti abbiano lanciato un Sos le informazioni sono del tutto contraddittorie: Egyptair aveva inizialmente dichiarato di aver ricevuto un segnale, ma l’esercito della nazione nordafricana ha smentito la notizia. La mancanza di Sos potrebbe lasciar pensare ad un problema improvviso, come un’esplosione a bordo.
L’aereo era partito da Parigi con sessantasei persone a bordo: dieci tra piloti e assistenti di volo e cinquantasei passeggeri. Di cui trenta cittadini egiziani e quindici francesi, assieme a due iracheni e un passeggero per ciascuna delle seguenti nazioni: Regno Unito, Canada, Belgio, Portogallo, Algeria, Sudan, Chad, Arabia Saudita e Kuwait.
In merito alle ipotesi attualmente in campo, le autorità dei tre paesi coinvolti – Egitto, Francia e Grecia – sono state particolarmente prudenti. Tutti hanno infatti spiegato che al momento non si esclude alcuna pista, compresa quella di un atto terroristico.
Il ministro egiziano dell’Aviazione civile Sherif Fathi ha però dichiarato che, tenuto conto delle informazioni finora raccolte, l’ipotesi dell’attacco terroristico appare “più probabile” rispetto a quella di un problema tecnico. Il presidente francese François Hollande ha da parte sua spiegato che “non ci sono al momento piste escluse, né privilegiate”, assicurando che “quando conosceremo la verità, dovremo trarne tutte le conclusioni del caso”.
French President on #EgyptAir: “Information confirms, alas, that this plane has crashed”https://t.co/GhpGsEfiLLhttps://t.co/8JJBRABSxR
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) 19 maggio 2016
I numerosi esperti ascoltati dai media internazionali hanno sottolineato che il volo potrebbe essere esploso in volo, ma anche che qualcuno potrebbe essere riuscito ad introdursi nella cabina di pilotaggio, prendendo il controllo dell’aereo. Quest’ultimo, prima di effettuare la tratta Parigi-Il Cairo, era stato in giornata ad Asmara, in Eritrea, e a Tunisi: un’altra ipotesi è che dell’esplosivo possa essere stato caricato a bordo mentre l’apparecchio si trovava a terra.
Secondo quanto riportato dalla tv pubblica greca Ert e dal quotidiano Kathimerini, un capitano greco avrebbe visto “una palla di fuoco” nella notte al largo dell’isola di Karpathos, tra Creta e Rodi. Le condizioni meteorologiche sarebbero state “molto buone” al momento dell’incidente.
Il ritrovamento dei rottami potrà in questo senso fornire non poche informazioni: in caso di guasto, infatti, i detriti sono normalmente racchiusi in una superficie limitata (attorno al chilometro quadrato). Un’esplosione è in grado invece di sparpagliare i rottami in un’area ben più ampia, fino a trenta chilometri quadrati.
Finora, in ogni caso, non è giunta alcuna rivendicazione da parte di gruppi terroristici. Le ricerche vanno avanti, in collaborazione tra le aeronautiche e le marine militari egiziane, greche e francesi.
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