
Le forze armate pesano globabilmente per il 5,5 per cento delle emissioni, e il riarmo Nato può provocare un disastro anche dal punto di vista ambientale.
Il governo ha concesso l’autorizzazione per la ricerca di idrocarburi tramite air gun nel golfo di Taranto. Lanciata una petizione per ricorrere al Tar e proteggere i cetacei.
Il golfo di Taranto, bagnato dal mar Ionio settentrionale, è popolato da un numero sorprendente di cetacei che trovano un habitat ideale in questo bacino costiero. Le sue acque sono solcate regolarmente da otto specie, il tursiope (Tursiops truncatus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il delfino comune (Delphinus delphis), la balenottera comune (Balaenoptera physalus), il capodoglio (Physeter catodon), lo zifio (Ziphius cavirostris), il globicefalo (Globicephala melas) e il grampo (Grampus griseus). Occasionalmente sono state osservate anche altre specie, come la balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata), l’orca (Orcinus orca), la pseudorca (Pseudorca crassidens), lo steno (Steno bredanensis) e la focena (Phocena phocena). Questa strabiliante ricchezza faunistica è minacciata dalla flotta di navi della Schlumberger, la più grande società per servizi petroliferi al mondo, che si appresta ad effettuare una ricerca di idrocarburi nel golfo di Taranto.
L’esplorazione petrolifera, che avverrà a sole tredici miglia dalle coste pugliesi, è stata approvata dal governo italiano che ha riconosciuto la “compatibilità ambientale” del progetto. La pensano diversamente i ricercatori della Jonian Dolphin Conservation, un’associazione di ricerca scientifica finalizzata allo studio dei cetacei del golfo di Taranto, secondo i quali la ricerca ed eventuale estrazione di idrocarburi rappresenta una seria minaccia per la sopravvivenza dei mammiferi marini.
La ricerca iniziale sarà effettuata con i cosiddetti air gun, questa tecnica di ispezione dei fondali marini prevede l’utilizzo di cannoni che sparano bolle d’aria compressa a intervalli regolari che generano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. L’air gun è considerato una fonte di rumore ad elevata potenza in grado di provocare gravi danni fisici alle strutture dell’apparato uditivo e provocare effetti temporanei, permanenti o addirittura letali in alcune specie particolarmente sensibili.
Particolarmente sensibili sono proprio i mammiferi marini, questi straordinari animali infatti comunicano, si orientano e cacciano grazie al suono. Il suono generato dagli air gun può avere vari effetti negativi sui cetacei, a seconda dell’intensità. Potrebbe indurli ad allontanarsi dall’area esposta al rumore, potrebbe procurare disagio o stress fino ad arrivare a effettivi danni all’apparato uditivo. “L’esposizione a rumori molto forti, come le esplosioni a breve distanza, può produrre danni fisici permanenti ad altri organi oltre a quelli uditivi e può in alcuni casi portare al decesso del soggetto colpito – si legge in uno studio della Jonian Dolphin Conservation. – La continua esposizione a rumori di basso livello può avere ripercussioni sul comportamento e sul benessere psicofisico dei mammiferi marini provocando un impatto a lungo termine sulle popolazioni”.
Oltre che per la fauna marina la ricerca petrolifera rischia di danneggiare seriamente anche l’economia locale, dalla pesca al turismo. Proprio i cetacei rappresentano una risorsa turistica preziosa grazie alle attività di dolphin watching.
Per opporsi a questo crimine contro natura l’associazione ambientalista Marevivo e la Jonian Dolphin Conservation hanno lanciato una petizione on line. L’obiettivo della petizione è di chiedere al presidente della regione Puglia Michele Emiliano e a tutti i sindaci coinvolti di ricorrere al Tar contro il decreto di valutazione di impatto ambientale concesso alla Schlumberger, chiedendo inoltre al presidente del consiglio Matteo Renzi di attuare una politica energetica più sostenibile, non più basata sui combustibili fossili.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le forze armate pesano globabilmente per il 5,5 per cento delle emissioni, e il riarmo Nato può provocare un disastro anche dal punto di vista ambientale.
La campagna per il riconoscimento del reato di ecocidio arriva in Sardegna, dove è stata proposta una legge regionale.
Passi avanti per il Trattato sull’alto mare, stallo sulle estrazioni minerarie, tentativi di riprendere i negoziati sulla plastica: il bilancio della Conferenza Onu sugli oceani (Unoc3) che si è tenuta a Nizza dal 9 al 13 giugno.
Cosa è successo e cosa possiamo imparare dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Le bozze del ddl allo studio del governo prefigurano maglie molto più larghe per le attività venatorie: 44 associazioni chiedono spiegazioni ai ministri.
Il 2 giugno si celebra la Giornata mondiale delle torbiere. Un’occasione per parlare di questi ecosistemi poco conosciuti e silenziosi, ma fondamentali per il clima, l’acqua, la biodiversità e la memoria del nostro Pianeta.
La stagione estiva è ancora lontana, ma dal Regno Unito alla Russia, dai Paesi Bassi alla Turchia, in buona parte d’Europa impera già la siccità.
In occasione della Giornata mondiale delle api il Wwf pubblica un rapporto che lancia l’allarme sulla situazione degli insetti impollinatori nel mondo.
Per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni nel 2019, lo scorso anno la deforestazione è stata stabile o in calo in tutti e sei i biomi del Brasile.