Difficili da estrarre e isolare dagli altri elementi, le terre rare si trovano anche negli smartphone. Risorse spesso dimenticate che è invece importante valorizzare. E riciclare.
Ecco Demetra, l’estratto naturale che riduce lo spreco alimentare
Un estratto naturale capace di rallentare l’invecchiamento dei prodotti ortofrutticoli, senza impiegare refrigeratori o conservanti artificiali. È questo ciò che fa Demetra, nuovo prodotto entrato da poco nel mercato dell’agrifood e realizzato dalla startup Green Code, incubata da Progetto Manifattura, a Trento. Il prodotto, testato per mesi nella conservazione delle mele trentine, ha riportato risultati
Un estratto naturale capace di rallentare l’invecchiamento dei prodotti ortofrutticoli, senza impiegare refrigeratori o conservanti artificiali. È questo ciò che fa Demetra, nuovo prodotto entrato da poco nel mercato dell’agrifood e realizzato dalla startup Green Code, incubata da Progetto Manifattura, a Trento.
Il prodotto, testato per mesi nella conservazione delle mele trentine, ha riportato risultati interessanti: ha aumentato la durata di vita del prodotto (in gergo shelf life), ha reso le mele più croccanti e resistenti ai funghi e ai microbi, con un arresto totale della maturazione.
Come funziona l’estratto naturale Demetra
L’estratto viene applicato immediatamente dopo la raccolta, tramite immersione o nebulizzazione. In questo modo viene arrestata la maturazione del frutto, mantenendone allo stesso tempo la carica vitaminica e le sostanze nutritive.
“Invece di applicare l’ingegneria genetica, grazie alle biotecnologie oggi è possibile intervenire a livello molecolare sfruttando quanto la natura ha già messo a disposizione in termini di estratti vegetali”, spiega in una nota Emiliano Gentilini, presidente e co-fondatore di Green Code. “Demetra ha mostrato fin da subito risultati straordinari, che potrebbero ridurre dell’80-90 per cento l’incidenza di marcescenze e lo spreco di frutta e verdura su tutti i livelli della filiera”. Con un taglio previsto del 30 per cento degli sprechi e del 50 per cento delle emissioni per la conservazione.
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I test effettuati con Demetra hanno dimostrato che le mele trattate mantenevano una maggiore croccantezza, una polpa più soda e presentavano meno fisiopatie, ovviamente nei confronti dello stesso prodotto conservato con le normali celle frigorifere. “Abbiamo appreso dalla natura come agire sulla fisiologia ormonale del frutto climaterico (mele, pere. kiwi, pesche, albicocche, banane, tomato, avocadi, frutta esotica, peperoni, zucchine, ecc), utilizzando gli stessi strumenti a disposizione delle piante”, dichiara invece Francesco Guzzonato, responsabile della ricerca e co-fondatore di Green Code. “Questo significa intercettare e sfruttare dei meccanismi biologici esistenti in natura e replicarli a grande scala, senza intervenire chimicamente o con prodotti Ogm”.
Lo spreco alimentare ridotto a monte della filiera
Demetra ha vinto il concorso internazionale “Idee Innovative e Tecnologie per l’Agribusiness”, iniziativa promossa da Unido Itpo Italy, ufficio in Italia per la promozione tecnologica e degli investimenti dell’organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Seeds & Chips-The Global Food Innovation Summit, evento tenutosi a Milano lo scorso maggio e che ha visto la presenza dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Un’innovazione che potrebbe concorrere a ridurre quel terzo di cibo sprecato ogni anno nel mondo, ancor prima che arrivi negli scaffali dei supermercati e ridurre quei 250 km3 di acqua e 1.4 miliardi di ettari di terra che vengono impiegati ogni anno per produrre cibo che non verrà consumato. “Stiamo già sperimentando Demetra con importanti realtà del food italiano”, conclude Gentilini. “La nostra speranza ora è di aprirci ai mercati internazionali nei paesi in via di sviluppo e lavorare attivamente nei progetti di cooperazione internazionale”.
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