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Secondo un nuovo studio pubblicato su Science Advances i paesaggi forestali intatti stanno scomparendo ad un ritmo insostenibile.
Distese verdi di alberi che sorgono senza soluzione di continuità a perdita d’occhio, questi sono i “paesaggi forestali intatti” (Ifl, ovvero intact forest landscapes). Con questo termine si indicano vaste aree ricoperte da foreste incontaminate che ospitano una ricca biodiversità nativa e che ricoprono una superficie minima di 500 chilometri quadrati.
Queste aree, oltre che meravigliose, hanno un valore inestimabile, sono infatti fondamentali per lo stoccaggio del carbonio, ospitano oltre l’80 per cento delle specie terrestri animali e vegetali, regolano i regimi idrologici, e forniscono preziosi servizi ecosistemici. Eppure stiamo distruggendo i paesaggi forestali intatti ad un ritmo vertiginoso, è quanto emerso da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances. Secondo gli autori oltre il 7 per cento delle aree forestali intatte sono andate perdute tra il 2000 e il 2013, un lasso di tempo estremamente breve. Rischiano inoltre di scomparire definitamente da almeno 19 paesi entro i prossimi 60 anni. Un paesaggio forestale cessa di essere considerato “intatto” quando viene frammentato da strade o da altre opere di origine antropica.
Il rammarico per questo scempio trapela dalle parole di Lars Laestadius, co-autore dello studio. “Queste foreste rappresentano alcune delle ultime porzioni della Terra che non sono state influenzate significativamente dall’uomo. Perdere queste aree significa perdere qualcosa che è più grande di noi stessi”.
I ricercatori si sono basati sui dati satellitari per studiare le modifiche subite dai paesaggi forestali intatti di tutto il mondo tra il 2000 e il 2013. Nel 2000 questi ecosistemi coprivano una superficie totale di circa 12,8 milioni di chilometri quadrati, negli anni successivi questa superficie si è però drasticamente ridotta a causa delle attività umane, che hanno alterato e frammentato molte di queste aree, diminuendo tale superficie del 7,2 per cento.
Oltre la metà delle perdite di paesaggi forestali intatti si è registrata in tre paesi: Russia, Brasile e Canada. In generale sono però i paesi tropicali quelli soggetti al maggior calo. Questo non significa che le foreste stanno scomparendo del tutto nelle aree citate, in molti casi sono state semplicemente frammentate in aree più piccole. Tuttavia la velocità con cui stiamo perdendo queste aree è in crescita, il tasso di riduzione dei paesaggi forestali intatti tra il 2011 e il 2013 è triplicato rispetto a quello registrato tra il 2001 e il 2003.
La causa principale della drastica riduzione di aree naturali intatte, secondo Laestadius, potrebbe essere la continua espansione dell’uomo, le nuove strade aprono vie d’accesso agli umani consentendo loro di spingersi in aree che un tempo gli erano precluse. Dallo studio è emerso che circa il 14 per cento delle perdite di foreste incontaminate sono state causate da attività che hanno alterato direttamente il paesaggio, come la deforestazione. Le altre foreste sono invece state frammentate dalla costruzione di strade e infrastrutture e dall’espansione agricola.
Le cause della diminuzione delle foreste incontaminate variano da stato a stato, occorrono quindi soluzioni mirate. Lo studio ha però rivelato che le aree protette hanno ottenuto risultati migliori delle altre, di conseguenza aumentare il numero e la superficie delle riserve naturali può essere un modo efficace per ridurre le perdite di foreste.
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