Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
È la Settimana degli impollinatori
Nata negli Stati Uniti la Pollinator week è ora una celebrazione internazionale per festeggiare e proteggere gli animali impollinatori.
Api, uccelli, farfalle, pipistrelli e coleotteri, c’è qualcosa che accomuna questi animali appartenenti a classi differenti: sono tutti impollinatori e svolgono un servizio ecosistemico essenziale.
Da oltre 130 milioni di anni gli animali impollinatori, originariamente erano solo mosche e coleotteri, aiutano i fiori a espandere il proprio areale e a riprodursi. Dal canto loro le piante si sono evolute parallelamente agli animali, sviluppando odori e colori invitanti e custodendo il polline nel “recipiente” giusto per l’animale che lo trasporterà.
Per ricordare l’importanza di questi animali e sensibilizzare autorità e opinione pubblica sul rapido declino delle popolazioni di impollinatori è stata istituita la Pollinator week, la Settimana degli impollinatori. L’iniziativa, iniziata il 16 giugno e che terminerà il 22, è stata istituita nel 2007 dall’associazione no profit Pollinator Partnership, in collaborazione con il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti.
La celebrazione, inizialmente circoscritta agli stati Uniti, si è poi diffusa in tutto il mondo, il problema della diminuzione delle api riguarda infatti tutto il pianeta. Le minacce principali che gli animali impollinatori devono affrontare sono perdita di habitat e gli effetti negativi dei pesticidi. Da uno studio finanziato dall’Unione europea è emerso che il valore economico annuale dell’impollinazione equivale a 153 miliardi di euro per le principali colture di cui si nutre l’uomo. La scomparsa di impollinatori metterebbe fine al mondo agricolo così come lo conosciamo oggi.
Essendo i pesticidi i principali antagonisti degli insetti impollinatori l’agricoltura biologica rappresenta una risorsa preziosa per la loro salvaguardia. Le colture biologiche resistono ai danni provocati dagli insetti evitando le grandi monocolture e preservando la biodiversità. La crescente preoccupazione per gli animali impollinatori è un segno di progresso, ma bisogna agire concretamente per la loro conservazione e, di riflesso, per la nostra sopravvivenza.
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