
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Si chiama e.Primacy il pneumatico Michelin realizzato con processi che puntano alla carbon neutrality. Fra i vantaggi, la capacità di ridurre emissioni e consumi, aumentando l’autonomia delle auto elettriche.
A volte ci si rende conto dell’effettiva utilità di un pneumatico solo in situazioni di emergenza, magari affrontando una strada bagnata. Ma il compito dei pneumatici è molto più complesso e articolato. Perché è dal loro comportamento, dalla loro forma, che dipendono fattori come consumi ed emissioni o, nel caso di un’auto elettrica, possono incidere sull’autonomia delle batterie. Dettagli che possono fare la differenza non solo a breve, ma pure a lungo termine. Partendo da queste necessità, Michelin ha lanciato e.Primacy, un prodotto innovativo e unico nel suo genere capace, grazie alle sue caratteristiche costruttive, di ridurre sia i costi d’esercizio di un’auto, sia l’impatto del processo produttivo.
“Le questioni ambientali sono al centro delle nostre priorità strategiche – ha spiegato Scott Clark, executive vice president automotive Michelin – Per ridurre più rapidamente la nostra impronta ecologica, Michelin si è impegnata a diminuire le emissioni di CO2 di tutti i suoi impianti di produzione del 50 per cento entro il 2030 rispetto al 2010, con l’obiettivo finale di raggiungere la neutralità dell’impronta di carbonio entro il 2050”.
Un obiettivo che il costruttore francese intende raggiungere attraverso l’incremento di materiali riciclati o rinnovabili nella produzione di pneumatici e nel continuo miglioramento delle loro prestazioni. “Entro il 2030, i pneumatici Michelin saranno il 20 per cento più efficienti dal punto di vista energetico rispetto al 2010”, ha sottolineato Clark.
Michelin parla di “neutralità CO2 al momento dell’acquisto” per e.Primacy, facendo riferimento sia alla riduzione delle emissioni dei suoi siti industriali, sia al finanziamento di progetti volti ad assorbire o ridurre il suo impatto attingendo ai crediti di carbonio derivanti da specifici progetti tesi a ridurre le emissioni residue legate alla produzione dei pneumatici (dall’estrazione delle materie prime al trasporto al cliente); all’impegno ambientale Michelin contribuiscono diverse azioni, come i progetti di rimboschimento o l’installazione di forni a basso consumo energetico in diversi paesi del mondo.
In pochi lo sanno ma uno dei vantaggi più rilevanti in termini di economia d’esercizio e naturalmente di sostenibilità di un pneumatico – le due “voci” sono strettamente correlate – si misura nella sua capacità di resistere al rotolamento. Più è scorrevole, minore sarà l’impatto a livello di consumi ed emissioni. Una caratteristica che allo stesso tempo non deve ovviamente inficiare sull’aderenza. Per questo quando si progetta un pneumatico è fondamentale mantenere un certo equilibrio tra queste due peculiarità.
I vantaggi* di Michelin e.Primacy in sintesi
Proprio su questo aspetto si sono concentrati gli sforzi progettuali di Michelin che con il nuovo e.Primacy ha raggiunto livelli di eccellenza, certificati dalla classificazione “A” in efficienza energetica e “B” in aderenza sul bagnato. Un risultato più unico che raro quando si tratta di pneumatici. Un effetto derivato sia da una particolare scelta di materiali, che ovviamente di forma. Il battistrada al suo interno è formato per il 20 per cento da gomma naturale. C’è poi un elastomero, ovvero un polimero allo stato gommoso, che ha il vantaggio di essere altamente resiliente, capace quindi di resistere a forze applicate in tempi brevissimi; tradotto significa poter ridurre la dissipazione di energia durante la deformazione del pneumatico quando l’auto è in moto.
Per rendere più leggera la ruota si è optato per delle tele più sottili. La carcassa al suo interno ha poi uno strato studiato apposta per limitare il surriscaldamento del pneumatico. A questo contribuisce anche la conformazione e la formazione dei fianchi, studiati per assorbire meno energia durante il rotolamento della ruota.
Infine, un ruolo importante sia per le performance di resistenza che per quelle di aderenza, spetta ovviamente al disegno del battistrada. I cui canali hanno una singolare conformazione a U funzionale a mantenere le performance nel tempo. Un aspetto fortemente sentito da Michelin, che da sempre pone l’accento sulla durabilità delle prestazioni, anche quando il pneumatico è usurato. Lo stesso e.Primacy è in grado di superare il test di frenata su asfalto bagnato previsto dalla normativa vigente per ottenere l’omologazione europea, che si effettua solo su pneumatici nuovi, anche dopo 30mila chilometri di percorrenza.
La denominazione Primacy è già presente nel catalogo Michelin. L’aggiunta della “e”, oltre ad alimentare tutta quella serie di modifiche che abbiamo già evidenziato, ha un significato ben preciso: economy, environment, electric. Ovvero economia d’esercizio, attenzione per l’ambiente ed elettrico. Questa tipologia di pneumatico, infatti, oltre a poter equipaggiare vetture con motorizzazioni “tradizionali”, è stato pensato anche per le auto elettriche che, come è noto, hanno maggior bisogno di efficienza al fine di prolungare il più possibile l’autonomia elettrica.
Pensato per un utilizzo estivo, disponibile nelle dimensioni da 15 a 20 pollici (adatto dunque a quasi tutte le tipologie e segmenti di auto), numeri alla mano, il nuovo e.Primacy è in grado di ridurre mediamente di 0,21 litri il consumo di carburante ogni 100 chilometri. Un dato che si traduce in un risparmio economico stimato da Michelin (nell’arco dell’intera vita di un treno di gomme), di 80 euro, oltre a una riduzione delle emissioni pari a 174 chilogrammi di CO2, corrispondente alle emissioni di CO2 generate da un veicolo che viaggia per più di 1.600 chilometri. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche costruttive, e-Primacy consente di aumentare del 7 per cento l’autonomia dei veicoli elettrici, stimabile in circa 30 chilometri in più, calcolati su un veicolo con 400 chilometri di autonomia.
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