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La Settimana europea della mobilità è il momento giusto per promuovere nel nostro Paese una mobilità dolce, alla base di un turismo responsabile e sostenibile. L’editoriale della presidente di Legambiente.
Il turismo fa bene al Paese e non c’è turismo senza mobilità. Con queste premesse è iniziata la presentazione del piano straordinario della mobilità turistica approvato il 12 settembre dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo (Mibact) e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit).
Un altro tassello di misure, visioni e risorse che conferma la centralità del tema della mobilità dolce in Italia. Parliamo di un settore in crescita, che nel 2016 ha visto spostarsi in Italia 66 milioni di turisti che spendono 45 milioni di euro e che, solo sul fronte della ciclabilità, secondo lo studio ABiCi di Legambiente genera un fatturato annuo di filiera di oltre sei miliardi di euro. Non a caso, sulle ciclovie c’è uno stanziamento di oltre 374 milioni di euro per i prossimi nove anni, destinati alla progettazione di ben dieci assi ciclabili.
Per questo Legambiente è stata tra i promotori, durante la Settimana europea della mobilità in corso a Pesaro (fino al 22 settembre), della nascita dell’alleanza della mobilità dolce, con la firma di un protocollo e di un manifesto da parte delle principali associazioni italiane.
Una piattaforma di realtà italiane della società civile che si propongono di operare insieme per migliorare l’offerta e le politiche dedicate a chi cammina, pedala e usa ferrovie turistiche per attraversare il paesaggio italiano, promuovendo la creazione di una rete dolce per ogni tipo di viaggiatori e viaggiatrici. Il principale campo di azione è l’offerta integrata con il trasporto collettivo, attraverso la riqualificazione e l’adeguamento del patrimonio esistente e la cura del paesaggio storico, dedicando attenzione alla tutela dell’ambiente, alle vocazioni del territorio, all’abbattimento delle emissioni inquinanti e al benessere e alla salute dei cittadini.
L’alleanza è costituita da 22 associazioni: Touring Club, Italia Nostra, Federazione italiana ferrovie turistiche e museali, Rete dei cammini, Associazione italiana greenways, Utp Assoutenti, Kyoto Club, Ari randonneur, Legambiente, FederTrek, Wwf Italia, Iubilantes, Aipai, Borghi cutentici d’Italia , Terre di mezzo, Città Slow, Aec, Aiapp, Associazione italiana di architettura del paesaggio, FederParchi, Associazione guide escursioniste e ambientali, Associazione In_loco_Motivi, Associazione italiana turismo responsabile.
L’ambizione è quella di far crescere la cultura della mobilità dolce in Italia, in particolare nelle aree protette, e spingere l’approvazione del disegno di legge per la mobilità dolce e il provvedimento per la mobilità ciclabile, prima della conclusione della legislatura. Così come è già avvenuto per il disegno di legge per le ferrovie turistiche, divenuto legge questa estate, che prevede la messa a valore di ben 18 tratte storiche, tra le più suggestive in Italia come la Rocchetta Avellino decantata da Vinicio Capossela nel suo Sponz Fest in Irpinia o la Transiberiana d’Italia o la Gemona Sacile o lo storico treno blu del lago d’Iseo.
Sono per lo più percorsi che attraversano aree interne a bassa densità e costituiscono un volano per il turismo, l’accoglienza, i beni storici e i piccoli borghi italiani, la natura e i parchi. La mobilità dolce diviene dunque una reale opportunità di crescita intelligente, un modo concreto per evitare l’abbandono dei territori e contrastare, grazie alla manutenzione delle reti, delle strade bianche e delle ferrovie, delle alzaie e dei canali, i fenomeni di dissesto idrogeologico.
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