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L’Earth day celebra oggi cinquant’anni dalla sua nascita. In occasione della Giornata della Terra riflettiamo sull’edizione di quest’anno.
Sono passati 50 anni dal 1970. Allora come oggi, ci si apprestava a cominciare un nuovo decennio fatto di nuove consapevolezze e attenzioni verso la cura della Terra e delle sue risorse naturali. È in questo contesto che è nata l’idea dell’Earth day, la Giornata della Terra. Era il 22 aprile 1970. Oggi questa ricorrenza è festeggiata in centinaia di stati in tutto il mondo, con manifestazioni, concerti ed eventi che hanno consolidato e allargato il movimento ambientalista, nato proprio in quegli anni.
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Il tema per la Giornata della Terra di quest’anno è l’azione climatica. Questo giorno non solo ricorre a cinquant’anni dalla prima manifestazione, ma si colloca anche all’inizio del decennio cruciale per la lotta alla crisi climatica. L’azione climatica rappresenta ora la più grande opportunità per cambiare il futuro a cui l’uomo sta andando incontro. In occasione di questa giornata erano state programmate tantissime iniziative in Italia e nel mondo ma a causa dell’epidemia di coronavirus, che dall’inizio dell’anno sta mettendo in ginocchio il pianeta e che ha portato all’isolamento forzato in svariati paesi, molte di queste attività sono state rinviate o spostate online.
#22aprile 50° #Earthday Partecipa alla maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet h8-20 su https://t.co/yrAIFspkuX Info > https://t.co/9R3vWsC74U#EarthDay2020 #iocitengo #VillaggioperlaTerra #CosaHoImparato@RaiPlay @Huawei @RadioItalia#EarthDayItalia @Focolare_org pic.twitter.com/mqAH0AWeYp
— Earth Day Italia (@EarthDayItalia) April 20, 2020
“Da cinquant’anni si celebra un’intera giornata dedicata alla Terra. È la giornata delle Nazioni Unite, un momento che coinvolge miliardi di persone in 193 paesi – ci ha raccontato Pierluigi Sassi, presidente di Earth day italia –. L’Italia è stata chiamata ad aprire le celebrazioni per offrirle a Papa Francesco e a causa del coronavirus si è deciso di fare una grande maratona multimediale globale che coinvolge moltissime organizzazioni. La maratona italiana si chiama One people, one planet, un’occasione per dare un messaggio di speranza in un momento difficile”.
Another day, another incredible lineup of confirmed speakers for the #EarthDayLive global program!
Tune in TOMORROW 9 am ET for musical performances and bold calls to action from some of the world’s most inspiring voices for our planet: https://t.co/rBogug8cPf | #EarthDay2020 pic.twitter.com/JqCKxLKjNX
— Earth Day Network (@EarthDayNetwork) April 21, 2020
Il movimento ambientalista negli anni si è evoluto fino a dar vita oggi agli scioperi del venerdì in nome del clima, creati dai Fridays for future, che hanno riunito milioni di persone in tutto il mondo, sempre più interessate all’ambiente che le circonda. I dati che giungono dall’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate mostrano che quest’anno il 38 per cento degli italiani si dichiara appassionato al tema della sostenibilità e un altro 34 per cento si dice interessato. Complessivamente quindi, sono 36 milioni gli italiani che si sentono coinvolti, una cifra quasi raddoppiata rispetto al 2015, quando è nato l’osservatorio ed erano “appena” 21 milioni.
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A livello mondiale, le pressioni esercitate dal movimento ambientalista hanno portato addirittura a cambiare il registro lessicale utilizzato per le questioni climatiche. Gli attivisti sono riusciti a comunicare l’urgenza di azioni che tutelino l’ambiente e facendolo hanno creato nuove forme di protesta e un nuovo linguaggio per descriverle. Il dizionario Collins, l’equivalente britannico della Treccani, ha eletto “climate strike”, lo sciopero per il clima, come parola del 2019 riconoscendo un aumento nel suo utilizzo, mentre il dizionario inglese Oxford ha nominato “emergenza climatica” come parola dell’anno, perché in grado di trasmettere le preoccupazioni di chi la utilizza.
Anche a livello politico stanno nascendo leader genuinamente appassionati alla tematica ambientale, disposti a difenderla anche davanti alle opposizioni delle lobby. È il caso della democratica Alexandria Ocasio-Cortez, rappresentante del distretto di New York al Congresso, che ha lanciato il Green new deal perché fermamente convinta che “i cambiamenti climatici costituiscano una minaccia diretta alla sicurezza nazionale”. Durante una sessione parlamentare ha dichiarato apertamente che combattere la crisi climatica non dovrebbe essere una questione di élite, ma che tutti dovrebbero avere il diritto di respirare aria pulita.
Sono cambiate molte cose da quel 22 aprile del 1970, ma c’è più consapevolezza delle scelte che facciamo, più attenzione verso il prossimo, umano, animale o vegetale che sia. Come diceva Martin Jennings, uno degli attivisti che partecipò alla prima Giornata della Terra, “all’epoca c’era tanto entusiasmo, una passione genuina che contagiava tutti, perché le persone pensavano di poter fare la differenza”. L’hanno fatta e continuano a farla, allora come oggi.
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