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Genitorialità senza filtri. Ensemble fa il punto su educazione, violenza e infertilità
Appuntamento il 4 e 5 maggio a Milano all’Hub Stecca3 per affrontare il tema della genitorialità senza barriere, tra workshop, conferenze e spazi child-friendly.
Ensemble. Insieme, tradotto in italiano, o meglio un “gruppo di persone che collaborano per un risultato d’insieme”. La definizione è del vocabolario online della Treccani e si sposa perfettamente con quello che è l’obiettivo dell’omonimo festival, Ensemble appunto, il primo festival sulla genitorialità no filter progettato all’interno del laboratorio Nati per cambiare di Luz, agenzia B-Corp milanese, che si terrà a Milano il 4 e il 5 maggio all’Hub Stecca3 in via De Castillia 26.
Non un festival per mamme, anzi: “Ci rivolgiamo a madri e padri, famiglie omogenitoriali, monogenitoriali, childless o childfree, le coppie che sono in procinto o vogliono avere figli, quelle che non hanno in programma l’arrivo di un bebè ma che vorrebbero riflettere sul tema, professionisti ed esperti del settore: chiunque voglia condividere la propria opinione o esperienza in tema o chiunque abbia il desiderio di saperne di più”. Parola della direttrice artistica del festival Anna Acquistapace, mamma di due bambine, autrice del podcast Grembo.
Genitorialità #nofilter
Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, recita un vecchio detto africano. Ma nel 2024, in Italia, è difficile trovare una comunità accogliente in cui essere genitori e figli. Le difficoltà sono tante: la disparità di genere, la delicata ricerca dell’equilibrio tra vita privata e lavoro, la difesa dei diritti riproduttivi e la libertà di scelta, il gender pay gap.
“Per non parlare di questioni pratiche come la cura dei bambini, che ricade ancora soprattutto sulle donne, e sul rientro al lavoro delle neo mamme”, aggiunge Anna Acquistapace. “E poi la questione dei posti mancanti nei nidi pubblici e privati: ci chiedono di fare più figli, ma quali sono le politiche che vengono messe in atto per aiutare le famiglie a prendersi cura dei più piccoli?”.
Per creare un nuovo villaggio, dunque, occorre partire qui: dalla possibilità di raccontare senza tabù e senza filtri il lungo viaggio della genitorialità. “Quello di cui abbiamo bisogno oggi è un dibattito sul tema, che sia sano, che lasci spazio ai diversi punti di vista senza ideologie, che faccia emergere diverse prospettive”, aggiunge la direttrice artistica del festival Ensemble. Che vuole essere proprio questo: una due giorni per scardinare la narrazione edulcorata e polarizzante dell’essere mamma, papà oggi e per creare un nuovo villaggio, che affronti il tema della genitorialità in modo collettivo, sociale ed inclusivo.
Il tabù dell’infertilità
C’è chi lo scopre in anticipo, ossia prima di provare a rimanere incinta. Chi lo scopre nel mentre, quando l’attesa diventa troppo lunga. Qualunque sia il momento, la parola infertilità rimane una macchia nera difficile da lavar via e di cui si fa ancora fatica a parlare.
La poca informazione sul tema della fertilità e la poca consapevolezza del proprio corpo sono i problemi principali da affrontare: “Oltre ad essere un tabù da infrangere, sul tema dell’infertilità occorre lavorare per eliminare il concetto di vergogna”, spiega Sabrina Fiorentino, farmacista esperta in integrazione a supporto della fertilità, co-autrice del libro “Integriamo la fertilità”, Ceo e fondatrice della startup Sestre.
È importante parlare e raccontare storie di gravidanze arrivate ma anche non arrivate. Per abbattere i pregiudizi, occorre favorire sempre di più dibattiti e confronti tra uomini e donne.
Durante il festival Ensemble, Sabrina Fiorentino sarà una delle relatrici della conferenza “Aspettando di aspettare: sfide e tabù sulla fertilità”. Un tema che riguarda una percentuale non piccola di persone: “Si calcola che ad oggi una coppia su otto abbia difficoltà a concepire”, aggiunge Fiorentino. “Il 25 per cento delle donne soffre di disfunzioni ormonali, che compromettono la fertilità, e ad oggi sono più di cento milioni le persone nel mondo che soffrono di infertilità. Con Sestre stiamo cercando di posizionarci prima della procreazione medicalmente assistita (pma), con un percorso di integrazione, consapevolezza, alimentazione, stile di vita adeguato, andando a lavorare sul sub strato e rendendo il proprio corpo idoneo alla gravidanza”.
Per liberarsi da questo tabù, che riguarda al cinquanta per cento le donne e al cinquanta per cento gli uomini, la strada da percorre è la stessa tracciata per l’endometriosi, la “malattia invisibile” che adesso tanto invisibile non lo è più, a forza di denunce e racconti. Un altro esempio topico: “Stiamo lavorando ad uno studio clinico che si sofferma sulla fascia d’età 20-25 anni e che riguarda le ragazze che soffrono per dolori del ciclo. La cosa assurda è che cinquanta anni fa questo target di donne non esisteva, le ragazze che soffrivano per le mestruazioni venivano inquadrate come normali, qualcosa quindi da non considerare”.
Violenza di genere e comunità educante
In questa nuova normalità che stiamo costruendo, fatta di spazi aperti e condivisi, di comunità inclusive, di parità di genere e di opportunità, una risposta forte e collettiva deve arrivare anche sul tema della violenza di genere.
“Quando in una coppia si diventa genitore le disparità di genere possono accentuarsi”, aggiunge Anna Acquistapace. “Già i congedi sono molto sbilanciati verso le madri, con cinque mesi di maternità contro i dieci giorni della paternità. Se ci abituiamo a questo, a degli impegni e a dei carichi maggiori verso la madre, anche dopo il rientro al lavoro, e se aggiungiamo che a volte nelle famiglie c’è poco dialogo, possono nascere situazioni di violenza”.
Appare fondamentale il ruolo di una comunità che sia educante, a partire dal tempo delle famiglie. “Serve ripensare il concetto di genitorialità come responsabile dell’educazione di bambini e bambine: questo compito fondamentale non è più delegabile solo a genitori, famiglia e scuola; i media hanno un enorme responsabilità perché oggi sono facilmente accessibili a tutti e fin da età prescolare e hanno allargato i confini della comunità educante. Abbiamo una responsabilità collettiva nei confronti delle nuove generazioni, la loro educazione non è in mano solo ai genitori o alla scuola”.
L’appello arriva da Flavia Brevi, responsabile della comunicazione di Fondazione Libellula, che si occupa di tematiche relative alla diversity & inclusion e al gender gap, una delle relatrici della conferenza “Una risposta collettiva alla violenza di genere: la comunità educante di Ensemble”.
Per non arrivare a casi estremi è necessario cambiare la narrazione, mettendo in luce violenze di genere e violazioni di diritti. La volontà è quella di partire dalla genitorialità per andare oltre, trasmettendo qualcosa alle nuove generazioni. Un “qualcosa” da creare insieme, che non sia però frutto di un retaggio stereotipato e sessista che a nostra volta abbiamo ereditato. Un “qualcosa” nostro, che sia a beneficio di tutti.
Le voci di Ensemble
Il programma di Ensemble si articola in tre diversi filoni:
- un ciclo di conferenze sui vari temi trasversali che attraversano la genitorialità;
- dei workshop per apprendere informazioni, nozioni e mettersi alla prova;
- attività in libertà per famiglie, genitori e bambini a cui si può accedere, come una mostra fotografica sul tema dell’adozione, la possibilità di farsi fare ritratti da Elena Givone, fotografa esperta in ritratti di famiglia e di newborn.
Durante le due giornate sarà presente un’area dedicata alle mamme in attesa che vogliono confrontarsi con un’ostetrica, uno spazio allattamento, e un’area dedicata ai più piccoli.
Tra gli ospiti del festival molte voci del panorama contemporaneo: Flavia Brevi, capa della comunicazione di Fondazione Libellula, che modererà una tavola rotonda sul tema della violenza di genere; Cristina Maccarrone, giornalista esperta di marketing quella dedicata al lavoro di cura; spazio al dibattito poi con Ella Marciello, “madrina” del festival e direttrice creativa nella vita professionale, Giulio Cavalli giornalista e scrittore, Alice Siracusano founder di Luz Agency Società benefit & B Corp e autrice di Nati per cambiare. Anche Sonia Malaspina di Danone, autrice de Il congedo originale, che modererà la tavola rotonda Lavoro di cura e mondo del lavoro, Alessia Dulbecco, scrittrice, pedagogista, formatrice e counselor, specializzata nel contrasto agli stereotipi e alla violenza di genere e Francesca Bubba, attivista e divulgatrice sul tema della maternità, contribuiranno al dialogo sulla genitorialità senza filtri.
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