
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Migliaia di mucche sono morte in un incendio in Texas, il più grave dal 2013 per numero di capi coinvolti.
Un’esplosione in un caseificio del Texas avrebbe ucciso 18mila mucche. Il numero è una stima delle autorità locali e non comprenderebbe altri animali sopravvissuti, alcuni dei quali rimasti feriti in modo grave tanto da dover essere abbattuti. L’incendio, partito probabilmente da un macchinario utilizzato nelle stalle – un sistema di scarico dei fumi del letame, – e alimentato poi dal gas metano, è avvenuto nella South Fork Dairy nella cittadina di Dimmitt e ha coinvolto anche una persona che è stata portata in ospedale.
In una dichiarazione inviata alla Bbc, l’Animal welfare institute ha affermato che, se confermato, il bilancio delle 18mila mucche morte sarebbe l’incendio più grave che ha coinvolto il bestiame dal 2013, ovvero da quando si sono cominciate a fare statistiche a riguardo. Secondo l’Awi, negli Stati Uniti dal 2013 sono rimasti uccisi negli incendi quasi 6,5 milioni di animali da allevamento, di cui circa 6 milioni di polli e 7.300 mucche. Tra il 2018 e il 2021, quasi 3 milioni di animali da allevamento sono morti in un incendio, con 1,76 milioni di polli morti nei sei maggiori incendi di quel periodo. L’Awi ha chiesto leggi federali per prevenire gli incendi nelle fattorie.
L’accadimento, infatti, ha posto di nuovo il problema sulla sicurezza nelle stalle di tutto il mondo, in particolare in quelle degli allevamenti intensivi caratterizzate da un’elevata concentrazione di animali con l’ingente quantità di reflui e gas prodotti che causano emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale. Come spiega Essere Animali che documenta i casi accaduti in Italia, la legge non obbliga ad avere piani di evacuazione per gli animali, evacuazione che nella maggior parte dei casi è resa ancora più difficile dall’elevato numero di capi in spazi ristretti.
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