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A volte ritornano. Specie animali e vegetali credute estinte che si fanno beffe dell’uomo e ritornano, da un passato più o meno remoto.
L’essere umano ha un’indubbia capacità nel distruggere
l’ambiente che lo circonda, ma la natura è ostinata ed
è in grado di conservare meticolosamente le sue creazioni.
Ci sono specie, bollate senza appello come “estinte”, che
periodicamente tornano alla ribalta, ricordandoci una volta di
più che la conoscenza del nostro pianeta è solo
parziale.
Tra i
“ritorni” più recenti c’è quello
dell’Epipogium aphyllum, detta non a caso
orchidea fantasma. Si credeva estinta da ventitre anni, invece
è viva e vegeta.Non se ne avvistavano dal 1986, ma il
botanico Mark Jannink non voleva rassegnarsi. Ha stilato una mappa
di dieci boschi nel Galles, che avrebbero potuto essere l’habitat
della pianta, e li ha battuti personalmente palmo per palmo. In un
bosco di querce nell’Herefordshire è avvenuta la scoperta,
anzi, la “riscoperta” della rarissima pianta. Il ritrovamento
risale al settembre del 2009 ma è stato reso noto a marzo
del 2010 per organizzare un’adeguata protezione alla pianta.
È chiamata orchidea fantasma perché è
praticamente invisibile: passa la maggior parte del tempo sotto
terra e i fiori emergono dal sottobosco solo ogni tre o quattro
anni e la sua fioritura è imprevedibile.
Il
caso forse più celebre e clamoroso di ritrovamento
inaspettato riguarda la zoologia. È la scoperta della
Latimeria Chalumnae.
È uno strano pesce, pescato in Sud Africa nel 1938,
appartenente alla famiglia dei celacanti, animali che nuotavano nei
mari del Devoniano, circa 400 milioni di anni fa. Il celacanto
raggiunge i due metri ed è ricoperto di scaglie ossee, era
creduto estinto da più di 70 milioni di anni. Si tratta di
un vero e proprio “fossile vivente”, è il rappresentante
della più antica linea evolutiva di pesci mai conosciuta.
Popolazioni di celacanto vivono al largo delle Isole Comore, e
vicino alle coste del Mozambico e del Madagascar.
In
campo botanico è probabilmente il pino di Wollemi
(Wollemia nobilis) la scoperta più
eclatante del nostro millennio. È l’albero più antico
del mondo e può raggiungere i 40 metri di altezza. Noto alla
scienza solo grazie a resti fossili risalenti a 90 milioni di anni
fa, fino al 1994, quando scienziati australiani ne hanno scoperto
alcuni individui nelle foreste delle Blue Mountains, un parco ad
ovest di Sidney.
Un’altra gradita
sorpresa per la comunità scientifica è stata la
ricomparsa del picchio dal becco d’avorio
(Campephilus
principalis). Nella prima metà del
Novecento questo appariscente volatile era stato dichiarato estinto
a causa della deforestazione incontrollata. Ma nel 2004 un video
girato in un’oasi dell’Arkansas ne ha documentato l’esistenza.
Sembra che ne siano rimaste otto coppie nel mondo.
Non
solo pesci e uccelli. Sono quasi 70 le specie di mammiferi che si
credevano estinte fin dal Sedicesimo secolo e che sono invece
ancora esistenti. L’emblema è l’okapi (Okapia
johnstoni), bizzarro animale, a metà tra una
zebra e una giraffa. Dato più volte per estinto questo
sfuggente ungulato è stato nuovamente avvistato nel 2005 nel
folto delle foreste congolesi.
Quale sarà la prossima specie che, ignorando le
classificazioni umane, riemergerà dal passato?
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