L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Addio al foie gras anche nei supermercati Crai
Il potere delle immagini e l’unione fa la forza. Così, un altro gruppo della grande distribuzione aderisce alla campagna #ViaDagliScaffali lanciata da Essere Animali contro il foie gras.
Il potere delle immagini e l’unione fa la forza. Queste due semplici frasi spiegano perché nei supermercati italiani è sempre più difficile trovare foie gras, il ‘fegato grasso’ di anatre e oche ingrassate con l’alimentazione forzata, una pratica crudele e causa di gravi sofferenze per gli animali.
Le immagini sono quelle dell’indagine che Essere Animali ha realizzato in Francia, dove proviene la maggior parte del foie gras commercializzato nel mondo. Ma il contributo più importante lo portano le tante persone che partecipano alle proteste per spingere le catene di supermercati italiani a cessarne le vendite.
Chi non vende più foie gras
Crai è l’ultima catena di supermercati ad averlo fatto. La dirigenza del gruppo ci ha inviato una dichiarazione di adesione alla campagna dopo soli tre giorni di proteste intense sia sui social network, sia davanti agli uffici e ad alcuni supermercati. L’impegno di Crai si unisce a quello di Pam Panorama, Eataly, Conad, Esselunga e Gruppo Selex. Inoltre abbiamo la conferma che anche Lidl Italia e MD Spa non distribuiscono foie gras e non intendono farlo.
Abbiamo coordinato queste mobilitazioni anche grazie all’action center, una nuova piattaforma web realizzata per permettere a chiunque di aiutare gli animali, anche da casa, partecipando a iniziative come la “settimana d’azione” verso i supermercati che vendono foie gras. E la scelta è stata vincente, grazie a questa iniziativa oltre 27mila persone hanno firmato in poche ore la petizione diretta a Crai.
Grazie a voi ce l’abbiamo fatta! ✌? #ViadagliScaffalihttps://t.co/Yo6JpVFLXL
— Essere Animali (@EssereAnimali) 29 April 2018
L’unione fa la forza
Le immagini dell’investigazione, diffuse anche da uno speciale del telegiornale, hanno creato indignazione perché mostrano la brutalità della produzione di foie gras, confermate anche dal Comitato scientifico veterinario dell’Unione europea.
Ma le immagini potevano rimanere “lettera morta” senza una campagna di pressione che traducesse l’indignazione in voglia collettiva di cambiare le cose, o perlomeno di provarci a farlo, anche con il raggiungimento di piccoli risultati.
C’è in questo senso una sorta di legame che lega i nostri investigatori, spesso impegnati in compiti difficili sul lato pratico ed emotivo e il contributo delle tante persone che partecipano alle proteste.
Un legame sottile e invisibile, ma comunque robusto. Infatti, a forza di piccoli risultati, a forza di petizioni e proteste, oggi il foie gras è oramai introvabile nei supermercati italiani. Dall’inizio della campagna oltre 10mila punti vendita lo hanno messo #ViaDagliScaffali.
Un bel segnale contro le torture dell’alimentazione forzata, ma anche verso le prossime battaglie in difesa degli animali. C’è molto ancora da fare, ma se siamo in tanti e uniti le cose forse possono veramente cambiare.
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