L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Il secondo appuntamento di Campi da Sapere, progetto di Alce Nero sull’alimentazione consapevole raccontata “sul campo”, ha avuto come tema la frutta. Il dottor Franco Berrino ci ha spiegato quanta mangiarne, quando, e tutte le proprietà.
Dopo averci raccontato tutto sul miele, il dott. Franco Berrino, medico, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, ci svela le virtù della frutta fresca e di stagione. Lo abbiamo incontrato nella campagna grossetana, durante il secondo appuntamento di Campi da Sapere di Alce Nero.
Qual è il legame tra frutta e salute?
Negli studi epidemiologici il consumo di frutta è associato a una riduzione delle malattie cardiovascolari, dei tumori, soprattutto dei tumori legati al tabacco, e della mortalità totale. Non ne occorrono grandi quantità, due-quattro porzioni al giorno già conferiscono una protezione significativa.
Quali sono le proprietà generali della frutta?
La frutta contiene centinaia di sostanze che influenzano la nostra fisiologia: polifenoli, vitamine, fibre, sali minerali, zuccheri. La proprietà antiossidante dei polifenoli e delle vitamine della frutta è considerata una delle principali cause della protezione che questa esercita nella prevenzione delle malattie croniche. Molti polifenoli agiscono inoltre epigeneticamente, accendendo e spegnendo specifici geni, ma la ricerca in questo campo è agli inizi.
Ci sono frutti più salutari di altri?
Un consiglio di buon senso, nei paesi temperati, è di consumare solo la frutta di stagione. I frutti tropicali hanno spesso un indice glicemico molto elevato. E’ il caso, ad esempio, delle banane. Meglio mangiarle solo quando siamo in vacanza in paesi tropicali! Poi tutto dipende da chi siamo, dal nostro stato di salute. Chi ha sempre mani e piedi freddi, chi ha spesso la pancia gonfia, chi soffre di colite, è bene che riduca il consumo di frutta.
Quando è bene mangiare frutta all’interno della giornata? Quanta mangiarne?
Si sente spesso il consiglio di mangiare frutta lontano dai pasti principali, per non ostacolarne la digestione. Può avere senso per chi mangia molto cibo animale, ma l’azione antiossidante della frutta potrebbe ridurre il rischio di tumori intestinali in chi mangia carni rosse (associate ad alto rischio di tumori a causa dell’elevato contenuto di ferro-eme, molto ossidante e responsabile della sintesi di nitrosamine cancerogene) Quanta? E’ bene che ci sia tutti i giorni, ma senza esagerare.
Il fruttosio contenuto nella frutta può dare problemi?
Il fruttosio, quando usato come dolcificante, ostacola il funzionamento dell’insulina (è controindicato nei diabetici!) e della leptina (l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello di ridurre l’appetito), e favorisce dislipidemie (trigliceridi alti) e la gotta. Nella frutta, tuttavia, il fruttosio è associato a fibre, vitamina C e polifenoli che ne contrastano l’azione negativa. Ottimo quindi dolcificare con la frutta piuttosto che con fruttosio o saccarosio.
Perché la frutta è il primo alimento che si dà ai bambini per svezzarli gradualmente dal latte materno?
La si usa spesso perché è dolce e quindi ben accetta, va bene ma è bene privilegiare le pappe di cereali e di verdure, più ricche di nutrienti essenziali alla crescita.
Quanto è importante che la frutta che mangiamo sia biologica, cresciuta senza sostanze chimiche?
Importantissimo. Soprattutto per salvaguardare la salute della terra. La frutta ha azione preventiva sulle malattie croniche anche se non è biologica, ma ci sono ragioni forti per raccomandarla biologica. Non ci sono che pochissimi studi sui benefici per la salute del mangiare biologico rispetto a mangiare il cibo oggi convenzionale, sono studi difficili da condurre perché si tratta di valutare gli effetti di esposizioni molto basse a pesticidi. Più studi sui contadini, esposti a dosi significativamente maggiori, dimostrano però che i pesticidi sono pericolosi. I contadini esposti a pesticidi, ad esempio, si ammalano di più di linfomi, tumori cerebrali, tumori dell’ovaio e altri. Uno studio su un milione di donne inglesi che rispondevano a un questionario quando si sottoponevano a mammografia ha segnalato che le donne che dichiaravano di mangiare esclusivamente cibi biologici si sono poi ammalate meno di linfomi, gli stessi tumori frequenti nei lavoratori agricoli. L’esposizione a pesticidi, comunque, dipende molto più dal consumo di cibo animale che da cibo vegetale.
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