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I bambini della Generazione Alpha, cioè nati dal 2010 in poi, hanno valori importanti e una grande consapevolezza delle questioni ambientali.
I bambini nati tra il 2010 e il 2025 fanno parte di quella che, con la nostra consueta abitudine di apporre etichette, è stata definita Generazione Alpha. Starebbero, secondo i sondaggi, emergendo le prime caratteristiche che diversificherebbero questa generazione dalle precedenti, anche se, hanno evidenziato alcuni sociologi, ogni caratterizzazione è prematura, è necessario aspettare, quantomeno, che questi bambini entrino nell’adolescenza.
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Gli analisti, ad ogni modo, ritengono che la Generazione Alpha sarà, tra le altre cose, la più istruita di sempre e quella più immersa nella tecnologia. Non solo, questi bambini, probabilmente influenzati dai genitori millennials e da modelli della Generazione Zeta, sarebbero caratterizzati da una forte etica e sembrano avere una spiccata coscienza ambientalista.
Questi valori sono emersi da un’analisi pubblicata nel 2019 da Wunderman Thompson commerce, società di consulenza e-commerce globale. Secondo il rapporto, realizzato intervistando un campione di bambini, il 59 per cento dei bambini della Generazione Alpha vorrebbe lavorare per salvare vite umane, il 51 per cento desidera un lavoro in cui la tecnologia faccia la differenza, mentre il 67 per cento afferma che la salvaguardia del pianeta sarà al centro della propria carriera.
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Alla domanda su cosa sia più importante nella vita, ai primi posti compaiono famiglia, amici, felicità, salute ed educazione, mentre agli ultimi posti troviamo televisione, social media e notorietà. Questi valori, secondo Wunderman Thompson commerce, guideranno le loro abitudini di acquisto e determineranno la fedeltà al marchio. Il 66 per cento dei bambini intervistati ha infatti affermato di voler acquistare da aziende che stanno cercando di fare del bene nel mondo. “Hanno valori e principi forti – si legge nel rapporto – quindi sii pronto ad abbracciarli, trattandoli come esseri umani, non solo come consumatori”.
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Le aziende sono già al lavoro per cercare di intercettare le aspettative di questa generazione. Per farlo devono necessariamente ridurre il proprio impatto ambientale ed essere in linea con la crescente sensibilità, che riguarda anche sfere del sociale come l’inclusività, anche solo per amore del business.
La sostenibilità si sta finalmente diffondendo anche tra le grandi aziende di giocattoli. Realizzare giocattoli per l’attuale generazione di bambini, dotata di una consapevolezza ambientale senza precedenti, richiede un approccio molto diverso rispetto a circa dieci anni fa.
In occasione del suo 75° anniversario, Mattel, tra le più grandi case produttrici di giocattoli del mondo, ha annunciato una serie di impegni per la sostenibilità. Tra questi l’utilizzo di materiali meno impattanti, come resine a base biologica e bioplastica ricavata dalla canna da zucchero, e l’impiego di materiali riciclati al 93 per cento per i propri imballaggi. Lo scorso settembre Mattel ha inoltre lanciato la prima linea di bambole gender neutral, per favorire l’inclusività e permettere ai bambini di esprimersi liberamente, personalizzando le bambole a seconda dei propri gusti.
Dopo essere stata bersaglio delle critiche degli ambientalisti nel 2014 per la sua collaborazione con Shell, Lego, il colosso danese dei mattoncini, ha intrapreso un convincente percorso di sostenibilità. Nel 2015 ha investito 140 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo centro ricerche dedicato allo sviluppo di materiali sostenibili, nel 2017 ha raggiunto l’obiettivo di sostentarsi totalmente con energia rinnovabile con tre anni di anticipo, mentre nel 2018 ha avviato la produzione di mattoncini prodotti con una nuova plastica di origine vegetale. Entro il 2025 l’azienda mira a rendere completamente sostenibili i suoi imballaggi.
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Lo scorso anno la statunitense Hasbro ha invece annunciato che eliminerà gradualmente gli imballaggi in plastica usati per confezionare i propri prodotti entro il 2022. I suoi attuali obiettivi di sostenibilità includono la riduzione del consumo energetico del 25 per cento, il taglio di un quinto le emissioni di gas serra e la diminuzione del consumo di acqua del 15 per cento entro il 2025.
In ogni caso, ci auguriamo che i bambini della Generazione Alpha, una volta cresciuti e in grado di esercitare effettivamente la loro influenza sul mondo, non si facciano incatenare al vecchio paradigma del consumo, che cambia aspetto ma rimane fedele alla logica del profitto, che ha portato il pianeta in cui questi giovani cresceranno sull’orlo di una crisi ambientale senza precedenti per la nostra specie.
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