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Giro d’Italia 2019, una tappa minaccia la fragile biodiversità del parco del Gran Paradiso
La Federazione nazionale Pro Natura ritiene che la scelta del luogo di arrivo della tredicesima tappa del giro, nel cuore del parco del Gran Paradiso, metta a repentaglio la fauna, in particolare gli stambecchi.
Lo sagoma di uno stambecco (Capra ibex) che si staglia contro il cielo, con le sue grandi corna arcuate, simboleggia più di ogni altra cosa il parco nazionale del Gran Paradiso, l’area protetta più antica d’Italia che si estende per oltre 71mila ettari tra Piemonte e Valle d’Aosta, fondato nel 1922 proprio per proteggere questo maestoso animale. Il futuro dello stambecco sembra però incerto, le popolazioni di questi signori delle rupi sono infatti in declino, i cambiamenti climatici, alterando i pascoli alpini, mettono a rischio la sopravvivenza dei cuccioli. L’ultima minaccia, in ordine di tempo, sarebbe rappresentata dal Giro d’Italia.
Stravolgere il cuore del parco
La Federazione nazionale Pro Natura, la più antica associazione ambientalista italiana, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata, tra gli altri, al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e a Sergio Chiamparino, presidente della regione Piemonte, esprimendo la propria perplessità a proposito della destinazione prevista per la tredicesima tappa del prossimo Giro d’Italia. La tappa della corsa ciclistica, programmata per il 24 maggio 2019, prevede la partenza da Pinerolo e l’arrivo, al lago Serrù, sopra Ceresole Reale, a 2.200 metri di altezza, nel cuore del versante piemontese del Gran Paradiso.
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Un periodo delicato per la fauna
“Ci troviamo ad oltre 2.200 metri di quota ed in pieno territorio del parco nazionale del Gran Paradiso – si legge nella lettera firmata dal presidente di Pro Natura, Mauro Furlani. – Il periodo previsto risulta inoltre particolarmente delicato per la fauna: quasi tutti gli animali si trovano nel periodo riproduttivo ed ogni disturbo può arrecare danni gravissimi. In particolare, gli stambecchi partoriscono i loro piccoli proprio in questo periodo. Ricordiamo a tale proposito la situazione di difficoltà che sta vivendo la specie, con vistosi cali numerici”.
La natura innanzitutto
Il pericolo, fa notare l’associazione ambientalista, non è costituito tanto dai corridori quanto dall’intera macchina organizzativa che un simile evento comporta. “L’arrivo di una tappa del Giro d’Italia creerà indubbiamente un enorme disturbo, non solo limitato alla giornata dell’evento, ma che si protrarrà per parecchi giorni sia prima che dopo tale data. Inoltre, l’enorme afflusso di persone e mezzi ci pare del tutto incompatibile con le prioritarie esigenze di un Parco nazionale, che dovrebbero essere la tutela dell’ambiente naturale”.
Necessario valutare l’impatto dell’evento
La Federazione nazionale Pro Natura chiede dunque che l’ascesa dei ciclisti termini prima e che l’arrivo della tappa venga anticipato a Ceresole Reale. L’organizzazione, così come fatto anche da un consigliere dell’ente di gestione del parco, Toni Farina, chiede inoltre che l’evento, previsto in un’area della rete Natura 2000 e pertanto di interesse comunitario, venga sottoposto ad una procedura di valutazione di incidenza. Modificare lievemente la tappa non intaccherà il fascino del Giro d’Italia, viceversa una manifestazione insostenibile potrebbe danneggiare gravemente la straordinaria e delicata biodiversità del parco.
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