L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Incriminati (finalmente) i boss del traffico di corni di rinoceronte
Le autorità americane hanno annunciato il rinvio a giudizio di Dawie e Janneman Groenewald per crimini contro specie protette e contrabbando.
Crimini ai danni della fauna selvatica, riciclaggio di denaro sporco e cospirazione. Sono alcuni dei crimini imputati ai fratelli Groenewald, Dawie e Janneman, che gestiscono l’Out of Africa Adventurous Safaris, agenzia conosciuta in tutto il mondo che organizza “vacanze di caccia” in riserve private in Botswana, Tanzania, Zimbabwe e Sudafrica, tra cui un ranch che appartiene alla stessa agenzia nei pressi della città sudafricana di Musina.
Secondo l’accusa, tra il 2005 e il 2010, i fratelli Groenewald avrebbero ingannato nove cacciatori americani inducendoli a sparare illegalmente ai rinoceronti presenti nella loro riserva. Ma questo è solo l’inizio. In seguito i Groenewald avrebbero tagliato i corni per poi venderli sul mercato nero in Asia. I Groenewald avrebbero offerto ai cacciatori statunitensi la possibilità di sparare ai rinoceronti per un compenso extra, che si aggira sui 10mila dollari per animale, sostenendo che si trattasse di abbattimenti legali in quanto i rinoceronti erano stati classificati come “pericolosi e aggressivi”. Da anni i Groenewald sono sospettati di decine di crimini, e SavingRhinos.org ha su di loro un intero dossier.
I cacciatori hanno potuto ottenere la foto davanti alla carcassa dell’animale mentre i Groenewald hanno guadagnato i preziosi corni. L’Out of Africa Adventurous Safaris non ha mai ottenuto i permessi necessari per abbattere i rinoceronti e ha nascosto ai propri clienti che la caccia avrebbe violato di legge sudafricana. “Gli imputati hanno ingannato, mentito e truffato dei cittadini americani, al fine di trarre profitto dalla caccia illegale ai rinoceronti”, ha dichiarato George Beck, rappresentante dell’accusa del distretto dell’Alabama.
Non solo sono state violate le leggi sudafricane – prosegue l’accusa – ma i guadagni illeciti sono stati riciclati nelle banche americane. Non permettiamo che dei cittadini degli Stati Uniti vengano ingannati e sfruttati per distruggere una specie protetta”. Gli Stati Uniti si dichiarano dunque parte lesa nonostante il crimine sia stato perpetrato all’estero.
Dawie Groenewald è a capo di una rete di bracconaggio e traffico illegale di parti di animali protetti conosciuta come “Groenewald gang” o “Musina mafia”. L’operazione che ha portato all’accusa di Dawie Groenewald rientra nell’Operazione Crash, iniziativa guidata dal Dipartimento della pesca e della fauna selvatica degli Stati Uniti, nata con l’obiettivo di individuare, scoraggiare e perseguire coloro che sono impegnati nell’uccisione illegale di rinoceronti e nella tratta delle loro corna.
Secondo le indagini Groenewald avrebbe venduto illegalmente almeno 384 corni di rinoceronte negli ultimi quattro anni e avrebbe guadagnato circa 6,8 milioni di dollari. Non si tratta della prima accusa di questo tipo per Dawie Groenewald che già nel 2010 era stato arrestato insieme alla moglie, a veterinari e a cacciatori professionisti con l’accusa di aver ucciso e venduto parti di centinaia di rinoceronti, elefanti e leopardi. Ancora una volta il confine tra caccia e bracconaggio diventa impercettibile e consente di commettere atroci crimini contro la natura.
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