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La proposta di Bruxelles di rinnovare la licenza del glifosato per cinque anni non ha ottenuto la maggioranza qualificata. La Coldiretti chiede lo stop immediato delle importazioni dell’erbicida.
La proposta della Commissione europea di rinnovare per altri 5 anni la licenza per la produzione e la vendita all’interno dell’Unione del glifosato, uno degli erbicidi più diffusi al mondo, è stata bocciata dagli stati, che già lo scorso 25 ottobre avevano deciso di non decidere, viste le forti divergenze sul tema, e di rinviare il voto. Stavolta il voto c’è stato: 14 paesi hanno votato a favore, 9 contro (tra cui l’Italia) e 5 si sono astenuti: non abbastanza per la necessaria maggioranza qualificata, che prevede il voto favorevole del 55 per cento dei paesi (almeno 15) che copra il 65 per cento totale della popolazione europea. Ora la situazione si fa delicata per l’erbicida prodotto dalla Monsanto, perché l’attuale autorizzazione scade il 15 dicembre: per questo la Commissione ha immediatamente convocato per fine novembre una riunione del comitato di appello cui sottoporre una nuova proposta.
Già la proposta votata oggi era una modifica al ribasso di quella iniziale, che prevedeva il rinnovo per dieci anni anziché cinque: a indurre la Commissione a più miti consigli era stato il voto del Parlamento europeo, che invece a maggioranza, il 24 ottobre, aveva chiesto di istituire una road map che puntasse, in cinque anni, al bando totale del glifosato in Ue.
La Commissione ha comunque, se anche l’ultima mediazione dovesse fallire, la possibilità di approvare in ultima istanza il rinnovo anche senza l’ok degli Stati membri. Intanto la Coldiretti avvisa che, “in attesa della decisione definitiva, è necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri, come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. In Italia infatti è già in vigore il divieto di uso del glifosato nelle aree pubbliche come parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, oltre che in agricoltura in fase di pre-raccolta.
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