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La guida autonoma è realtà. Dal 2018, Qashqai, il modello Nissan più venduto di sempre, sarà in grado di guidare da solo, per ora solo in autostrada.
Da fuori è cambiato poco. Anche dentro non è certo una rivoluzione. Però è più comodo, silenzioso, rilassante. E sicuro. Insomma, per ora il nuovo Nissan Qashqai è “solo” migliorato, un “restyling”, come accade a tutte le auto quando si trovano a metà della loro vita. Ma la vera novità arriverà dalla prossima primavera, quando il costruttore giapponese, lo stesso dell’elettrica Leaf, ha annunciato che metterà a disposizione un sistema che di fatto renderà sperimentabile la guida autonoma. Il sistema in questione si chiama ProPilot, sarà disponibile a richiesta sul nuovo Qashqai e, seppur utilizzabile per ora solo in autostrada, permetterà a chiunque di assaporare il primo scalino evolutivo della guida autonoma.
Cosa accadrà la primavera prossima? Grazie all’evoluzione di una serie di sistemi in realtà già disponibili su numerose auto, Nissan Qashqai sarà in grado di guidare in modo autonomo. A patto che si viaggi in autostrada, sulla propria corsia (e con le mani per ora sul volante). In pratica, l’apprezzatissimo suv compatto, uno dei più venduti di sempre, regolerà sterzo, accelerazione e frenata durante i viaggi autostradali, ma solo “su corsia singola, in condizioni di traffico intenso o ad alte velocità”, come specificano gli ingegneri della Nissan.
Si basa su tre tecnologie, tutte già conosciute e piuttosto diffuse. Nissan le chiama Lane keep assist, Intelligent cruise control e Traffic jam pilot. Sono sistemi sempre più diffusi e che grazie a telecamere e radar aiutano chi guida ad evitare un cambio di corsia indesiderato (tipico caso da colpo di sonno), a mantenere la velocità costante in funzione del traffico e in genere ad avere miglior controllo dell’auto nel traffico. Ecco, sul nuovo Nissan Qashqai tutto questo farà parte di un pacchetto che, sotto il nome di ProPilot sarà disponibile dalla primavera prossima. Nel video uno dei primi test effettuati negli Stati Uniti.
Al nuovo volante appena introdotto sul suv giapponese, dalla primavera spunterà un inedito pulsante che permetterà di sperimentare questa prima forma di guida autonoma. Oggi però, senza dover attendere, molte di quelle tecnologie sono già disponibili e sperimentabili. Parliamo del Rear cross traffic alert, in pratica una telecamera coadiuvata da una schiera di sensori che, insieme, aiutano ad evitare gli ostacoli quando si esce in retro da un parcheggio.
Il nuovo Qashqai frena già da solo, da tempo. In pratica è un sistema di frenata d’emergenza che riconosce auto (a adesso anche i pedoni), che grazie a radar e videocamere sorveglia la strada attivando i freni in caso di rischio di collisione. Poi ci sono i sistemi che riconoscono la segnaletica stradale (addio multe per eccesso di velocità), che rilevano la stanchezza del guidatore (addio colpi di sonno), che parcheggiano l’auto da sola o che la mantengono ferma nelle partenze in salita senza toccare il freno (addio imprecazioni, o quasi).
Insomma, l’ultimo Nissan Qashqai è migliorato in tutti quei parametri che da tempo, con l’iniziativa Mobility Revolution, LifeGate indica come importanti nella scelta di un’auto: sicurezza attiva (oltre ai sistemi già citati debuttano i fari adattivi che seguono i movimenti dello sterzo), comfort (il silenzio a bordo è migliorato, insieme alla conformazione dei sedili, e le vibrazioni sono diminuite), ergonomia (sono migliorati i comandi), connettività. Bene anche consumi ed emissioni, specie col motore diesel 1.5 da 110 cavalli, con emissioni di CO2 di 99 g/km e un consumo dichiarato di 3,8 litri per 100 chilometri.
Nella gamma del nuovo Nissan Qashqai il motore diesel sembra la scelta più virtuosa. Ma lo sappiamo bene, sulle auto a gasolio e il Dieselgate non si spengono le polemiche. Porsche ha appena richiamato circa 21.500 Cayenne con motore diesel, per le solite irregolarità nel software di controllo del motore. Ma dopo le battaglie della sindaca di Parigi e le rivelazioni preoccupanti dello studio pubblicato da Nature, c’è anche qualche inattesa schiarita. Come la notizia recente che le auto diesel di ultima generazione, quelle con il filtro antiparticolato, emettono meno polveri sottili rispetto a quelle a benzina. Ad affermarlo è uno studio dell’Università di Montreal. Nello studio (con esperimento annesso) sono state calcolate le emissioni di alcune auto, sia diesel con il filtro antiparticolato che a benzina e i modelli a benzina hanno emesso in media dalle dieci alle oltre sessanta volte in più polveri sottili. La ricerca però sottolinea come basti una piccola percentuale di vecchi diesel (il 3 per cento) in circolazione per annullare i vantaggi dei nuovi modelli Euro 6 nell’intera Europa.
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