
Il 71 per cento dei capoluoghi oggi supererebbe i nuovi limiti europei per polveri sottili Pm10 in vigore dal 2030, a Frosinone e al nord è emergenza.
Economia: Wef, Italia investe poco in capitale umano. Svizzera al top nel mondo. I risultati del Human Capital Report stilato dal World Economic Forum.
L’Italia, rispetto agli altri paesi occidentali, investe poco in
capitale umano e riesce meno a sfruttarne il potenziale. È
quanto emerge dal primo Human Capital Report stilato dal World Economic Forum
che vede al top della classifica mondiale la Svizzera seguita da
Finlandia, Singapore, Olanda, Svezia e Germania.
Il capitale umano è l’insieme di capacità,
competenze, conoscenze, abilità professionali e
relazionali che vengono acquisite dagli individui con
l’istruzione scolastica, l’apprendimento, la formazione
professionale e tecnica, l’esperienza sul posto di lavoro,
intrinsecamente elaborate dal soggetto che le possiede. Le spese
destinate all’accrescimento delle conoscenze, capacità e
abilità (per esempio le spese destinate all’istruzione) sono
investimenti in capitale umano.
In una lista di 122 paesi l’Italia si colloca al 37esimo
posto. Con la Spagna al 29esimo posto e la Francia al
21esimo, siamo superati in peggio nell’area europea solo da
Lettonia, Croazia, Polonia e Grecia. In buona posizione in
classifica Regno Unito, al nono posto, e Stati Uniti, al 16esimo.
Tra i Paesi mediorientali il primo è il Qatar al 18esimo
posto. In Asia è il Giappone a mantenere il primato
dell’efficienza del capita umano al 15esimo posto. Mentre il primo
paese Brics è la Cina in 43esima posizione.
“Per gli individui così come per le società e
l’andamento delle loro economie investire in capitale umano
è importante – si legge nell’editoriale del
presidente del Wef Klaus Schwab – soprattutto alla luce di risorse
più limitate e di una popolazione sempre più in
movimento”.
L’indice prende in considerazione quattro pilastri
per giudicare l’ottimizzazione del capitale umano da parte dei
paesi: istruzione, salute e benessere, occupazione e ambiente di
lavoro (trasporti, Tlc, mobilità sociale). L’Italia, se da
una parte si guadagna il 19esimo posto per la salute e le
condizioni sanitarie delle sue strutture e dei suoi dipendenti,
dall’altra precipita al 75esimo posto in tema di partecipazione
della forza lavoro, formazione, capacità di creare e
trattenere nel Paese i talenti. Risultati più che mediocri
anche nell’istruzione (al 40esimo posto) per via della scarsa
qualità del sistema educativo e della mancanza di strutture
tecnologiche nelle scuole. L’Italia risulta invece ai primi posti
per aspettative di vita, per le condizioni sanitarie nei servizi,
ma anche per la diffusione del telefonini e lo sviluppo dei
distretti industriali. Tra i risultati peggiori invece quelli dei
livelli di stress dei dipendenti, della mobilità sociale del
sistema, della qualità dei trasporti pubblici, dei tassi di
partecipazione al lavoro e del livello dei salari legati alla
produttività. Peccato, perché proprio l’Italia,
patria di bellezze paesaggistiche e culturali, di eccellenze
enogastronomiche, di valori tangibili e intangibili, potrebbe
sfruttare queste ricchezze con un’adeguata valorizzazione della
nostra risorsa più autentica: gli italiani.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 71 per cento dei capoluoghi oggi supererebbe i nuovi limiti europei per polveri sottili Pm10 in vigore dal 2030, a Frosinone e al nord è emergenza.
Le autorità della Nuova Zelanda hanno concesso al monte Taranaki, sacro per la popolazione maori, gli stessi diritti degli esseri umani.
La Corte europea dei diritti dell’uomo dà 2 anni all’Italia per mettere in campo una strategia nazionale per risolvere un problema noto da oltre 20 anni.
Potrebbero essere addirittura 5mila le tonnellate di carburante riversate nel mar Nero da due petroliere russe, travolte da una tempesta il 15 dicembre.
Tra gennaio e 2024 gli incendi in Brasile si sono estesi su 308mila kmq, di cui il 58 per cento in Amazzonia. L’aumento è del 79 per cento sul 2023.
Dopo un’estate 2024 segnata dalla moria di pesci a causa delle alghe e dei cambiamenti climatici, si corre ai ripari. Ma il Wwf manifesta dei dubbi.
Normative, greenwashing e ruolo del retail: a Marca 2025 un dialogo tra aziende e consumatori promosso da CCM Coop Cartai Modenese e LifeGate.
Nelle foto di Los Angeles sfigurata dagli incendi si notano case, terreni, automobili e boschi coperti da una polvere rosa. Vediamo di cosa si tratta.
Entra in vigore un’altra disposizione della direttiva europea sulla plastica monouso: quella sul contenuto di Pet riciclato delle bottiglie.