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Ikea mostra l’orrore della guerra, ricostruita una casa siriana in un punto vendita
L’iniziativa è nata per sensibilizzare la clientela sulla guerra in Siria e per contribuire alla raccolta fondi della Croce rossa.
Nel negozio Ikea di Slependen, in Norvegia, tra una libreria Billy e una poltrona Strandmon, ci si può imbattere nella ricostruzione di un appartamento che stona immediatamente con l’ambiente circostante. I muri sono spogli e grigi, l’arredamento è essenziale e rovinato, la finestra è costituita da un telo di plastica e i materassi sono sul pavimento.
Una casa siriana dentro l’Ikea
Si tratta di 25 m2 Syria, ovvero la replica di un’abitazione siriana situata nel distretto di Jamarana, nella periferia di Damasco, nella quale vivono una giovane donna e i suoi figli. L’obiettivo di Ikea, supportata nella creazione del progetto dall’agenzia di comunicazione norvegese Pol, è quello di sensibilizzare i propri clienti circa l’atrocità del conflitto siriano, in corso da oltre cinque anni, mostrando loro cosa significa vivere senza acqua né luce in una zona di guerra. All’interno dell’appartamento ricostruito è possibile vedere i tipici cartellini plastificati di Ikea, nei quali abitualmente sono riportati prezzo e codice del prodotto. In questo caso le targhette raccontano la storia di Rana, la donna siriana che abita la casa, e della sua famiglia. Vi sono inoltre riportate le informazioni su come poter contribuire alla raccolta fondi della Croce rossa norvegese.
https://www.youtube.com/watch?v=ZBZBJDcO7kE
Raccolta fondi per la Croce rossa
Il progetto fa parte di una campagna di raccolta fondi della Croce rossa norvegese per un’associazione non profit siriana. 25 m2 Syria è stato esposto dal 17 al 31 ottobre ed è stato visitato da oltre 40mila persone, la campagna è riuscita a raccogliere circa 22 milioni di euro.
Vivere l’esperienza della guerra
L’idea di ricostruire una casa bombardata è stata sicuramente forte ma in grado di colpire intimamente le persone. “Vediamo già ogni giorno tantissime immagini e video che mostrano la tristi situazioni di quei luoghi, ma per quanto siano sinceramente emotivi, nulla si avvicina all’esperienza di visitare in prima persona e toccare con mano la vita di tutti i giorni delle persone in guerra”, ha spiegato Snorre Martinsen, art director della campagna.
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